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Trieste, focolaio tra i no Green pass: vietate tutte le manifestazioni

Lo sgombero dei portuali no Pass a Trieste

Una situazione epidemiologica «molto preoccupante» con una diffusione «esponenziale» a Trieste di nuovi contagi da Covid e che fa temere la necessità, a breve, di misure restrittive per contenerla. Una situazione dovuta a varie ragioni: il basso numero di vaccinati in Fvg, la contiguità con i Paesi dell’Est Europa dove la pandemia dilaga e, soprattutto quel focolaio di 93 persone divampato a causa delle proteste. Il quadro emerge nella sua interezza alla conferenza cui il presidente della Regione Fvg Massimiliano Fedriga, ha convocato esperti, tecnici, mondo dell’economia e del governo dell’ordine pubblico, società civile.

Il rosso che sulle slide proiettate indica i luoghi d’Europa dove più forte è il contagio confermano che il Covid rialza la testa dovunque; in Italia un pò meno ma in Fvg e a Trieste in particolare i numeri destano più ansia che altrove.

Il responsabile della task force Covid-19 in Fvg, Fabio Barbone non tergiversa: «L’aumento dei nuovi casi a Trieste è esponenziale», esordisce. Nell’ultima settimana nella provincia «si sono registrati 801 nuovi casi, il doppio della settimana precedente»; questo «ha portato a un tasso di infezione di 350 casi per 100mila abitanti negli ultimi 7 giorni, poco meno del triplo rispetto al resto del Fvg. Il dato di incidenza ci fa tornare indietro alla primavera 2021 e all’autunno 2020». Ora, «la variabile tempo è fondamentale». Occorre agire e in fretta.
Il dato registrato stamani «mostra ad oggi il superamento della prima soglia delle terapie intensive, cioè del 10% dei posti letto occupati: 18 in Fvg. Siamo lontani dal superamento della soglia che determina il cambio del colore», ma la tensione è palpabile. Visto anche che la copertura vaccinale in Fvg è «di alcuni punti inferiore al dato nazionale e quello della provincia di Trieste è di 5 punti inferiore al Fvg», e che comincia ad attenuarsi l’efficacia del vaccino con il passar del tempo, mentre non si afferma la terza dose, booster. Sono gli adulti tra i 40 e i 70 anni i più restii, seguiti dai minorenni della fascia 12 -15; al contrario, quelli che hanno da 20 a 40 anni dimostrano una copertura di livello elevato.

Cosa fare? La soluzione più efficace è il vaccino. Da un lato è guerra a chi diffonde notizie false, dall’altro ci sarà la compressione del diritto a manifestare. Fedriga è durissimo: “Basta idiozie! La gente non si cura perché qualche pagliaccio va a raccontare menzogne e a spaventare. Il vaccino c’è, funziona, ha pochissime controindicazioni e non è sperimentale». Il timore è forte: «Non si può tornare a mesi fa», e parla di «squadrismo da tastiera». «Non ho paura delle minacce, ho paura del virus, delle chiusure delle attività economiche». L’altro braccio della tenaglia è l’ordine pubblico: è finita la tolleranza (anche eccessiva) e il prefetto, Valerio Valenti, annuncia la chiusura di piazza Unità alle manifestazioni e probabili sanzioni per chi organizza manifestazioni in cui non vengono rispettati distanziamento e obbligo di mascherina. Infine, la società civile: ieri è cominciata la petizione dei vaccinati: Trieste non è capitale dei no vax e dei no green pass ma di chi - maggioranza silenziosa - che crede nel vaccino e nella scienza. Fedriga ha firmato davanti alle telecamere, è una delle ventimila firme raccolte in poche ore.

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