C’è un altro bambino che accusa di abusi sessuali il finanziere Gianfranco Cascone. E ora sono sei. La novità è emersa ieri mattina durante il maxi incidente probatorio che si è svolto in un’aula particolare del nuovo palazzo di giustizia di Palermo. Dentro c’erano sette bambini, tra i 9 ed i 12 anni, che hanno confermato le accuse al militare arrestato nello scorso agosto e assieme a loro una psicologa e il giudice per le indagini preliminari Nicola Aiello. Dall’altra parte della stanza, divisa con un muro, hanno preso posto il brigadiere Cascone, i suoi avvocati ed i pubblici ministeri. Un esame durato circa tre ore durante il quale i bimbi hanno ricostruito i fatti, come già erano stati descritti prima nell’ordinanza di custodia a carico del militare e poi nel rapporto investigativo redatto dagli agenti della squadra mobile. Questa volta però le dichiarazioni dei minorenni hanno avuto a tutti gli effetti il valore di prova, dato che sono state rese davanti al gip ed ai legali di Cascone e dunque in contraddittorio. Una vera e propria anticipazione del processo che il finanziere dovrà subire nei prossimi mesi. Nel corso dell’udienza è emerso il presunto nuovo caso di abuso, del tutto simile agli altri. Un bambino che fino ad oggi aveva detto di avere soltanto visto i palpeggiamenti che avrebbe fatto Cascone ai suoi compagnetti, ieri ha detto di essere stato toccato anche lui. La violenza sarebbe avvenuta nella piccola piscina del centro sportivo-ricreativo della guardia di finanza in via Messina Marine. Il piccolo ha detto che non ne aveva mai parlato perché non si era reso conto delle vere intenzioni del loro «mister», l’allenatore della squadra di calcetto. Solo dopo il suo arresto, parlando con i genitori, ha realizzato che ciò che aveva subìto era assolutamente proibito, non si trattava affatto di uno scherzo innocente e anche il suo racconto è stato messo a verbale. In questa fase il bambino resta ancora formalmente solo un testimone e non parte lesa, ma con il proseguire dell’inchiesta anche lui dovrebbe figurare come una delle tante vittime di Cascone. Durante l’esame gli avvocati dell’indagato non hanno potuto fare domande dirette ai bimbi. Sono state poste invece al giudice che le ha girate ai minori, con le cautele dovute. Altre invece sono state formulate dallo stesso gip per chiarire alcuni passaggi delle dichiarazioni dei bambini rese durante le indagini. E senza tentennamenti, loro hanno risposto, sottolineando quasi tutti lo stesso particolare. Per mesi «il mister» li aveva palpeggiati sulla panchina del campo sportivo o dentro la piscina e nessuno di loro, tranne uno solo, ne aveva fatto cenno ai genitori. Come mai questo atteggiamento? La risposta è stata che proprio per il modo estremamente confidenziale e amichevole con il quale si presentava l’allenatore-finanziere, tutti i bimbi pensavano che fosse un gioco, magari un po’ eccessivo, ma non avevano capito l’assoluta gravità di questo comportamento. Quando Cascone è finito in carcere, i genitori hanno subito parlato con i loro figli e così sono emersi i racconti dell’orrore. Si è scoperto, sostiene l’accusa, che l’allenatore una sorta di predatore seriale che approfittava dell’ingenuità dei piccoli, e della fiducia che gli avevano accordato «i grandi», ovvero i genitori dei bimbi, per mettere a segno ogni giorno almeno un paio di abusi. Le famiglie erano del tutto ignare, non sapevano affatto cosa succedeva dentro il centro sportivo delle fiamme gialle, erano sicuri che i loro figli fossero al sicuro. Invece il pericolo si nascondeva proprio tra la piscina e il campo di calcio. Solo una mamma ha capito lo scorso luglio che qualcosa lì dentro non andava, aveva visto molto scosso suo figlio ed era riuscita a farlo parlare. Il mister della squadra di calcetto allungava le mani a ripetizione, a volte perfino in modo fin troppo deciso, e cercava in tutti i modi un contatto ravvicinato con i bambini. La denuncia è stata presentata il 29 luglio alla squadra mobile, subito dopo sono scattati gli accertamenti coordinati dalla procura, il telefono del brigadiere è stato messo sotto controllo e alcune telecamere sono state piazzate nel centro sportivo. Una di queste lo scorso 12 agosto ha inquadrato Cascone che cercava in tutti i modi di prendere i bambini e di portarli in piscina per farli sedere sopra di lui. L’ennesimo abuso sventato in diretta da poliziotti e finanzieri che controllavano la zona e vedevano le immagini delle telecamera nascosta. Il brigadiere è stato arrestato in flagranza di reato, prima accusato di due violenze, poi di 5 e adesso di 6. Lui in parte ha confessato, ed ha «ricondotto l’origine dei suoi comportamenti delittuosi - scrive il gip -, alla particolare condizione di frustrazione emotiva conseguente alla sua separazione coniugale».