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Sicilia in zona bianca da oggi, tornano le tavolate al chiuso: cala anche l'incidenza del Covid

Coronavirus, l'ordinanza firmata ieri dal ministro Speranza riporta l'Isola nella fascia senza restrizioni. Stop alle limitazioni nella ristorazione, cade l'obbligo della mascherina all'aperto

La firma dell'ordinanza ieri da parte del ministro della Salute Roberto Speranza ha sancito il passaggio della Sicilia in zona bianca da oggi. L'Isola dunque abbandona i divieti in vigore fino a ieri e viene equiparata al resto d'Italia.

Oltre al calo dei ricoveri, c'è pure un altro obiettivo centrato: anche l’incidenza settimanale del virus sulla popolazione, pari a 48 casi ogni 100mila abitanti, è scesa al di sotto della soglia di rischio e non c'era modo migliore per tornare in "bianco". Un bianco che però non è ancora tinta unica in Sicilia, visto che appena ieri e con ordinanza del presidente della Regione Nello Musumeci, è spuntato un secondo comune arancione dopo Francofonte. Si tratta di Mascalucia, in provincia di Catania, considerato a rischio per l'elevato numero di positivi al Covid in rapporto ai vaccinati. Le restrizioni andranno avanti fino a mercoledì 20 ottobre.

Zone arancioni a parte, le poche regole anti-Covid che hanno caratterizzato gli ultimi 40 giorni di zona gialla in Sicilia da oggi vengono meno: l’obbligo di mascherine all’aperto (sono adesso 4,8 milioni gli italiani che possono evitare di indossarla) e i limiti per i ristoratori. E proprio sulla ristorazione, la Coldiretti ha centrato la propria attenzione con una nota, ricordando l'impatto che le restrizioni hanno avuto fino a ieri sugli incassi dei locali.

Da oggi saranno di nuovo consentite le tavolate al chiuso con il superamento del limite massimo dei 4 posti a sedere tra non conviventi in ristoranti, agriturismi e pizzerie. Il ritorno in zona bianca, sottolinea la Coldiretti, è "un provvedimento che impatta anche per le feste e i ricevimenti, compresi i matrimoni che con l'avanzare della campagna vaccinale si sono moltiplicati. Il limite dei posti a tavola è una misura di sicurezza che - continua la Coldiretti - oltre ad avere ripercussioni sul bisogno di convivialità degli italiani ha pesato anche sugli incassi della ristorazione dopo le forti perdite subite per i lockdown per la pandemia Covid".

"La necessità di mantenere almeno un metro di distanza tra i tavoli - precisa la Coldiretti - ha infatti ridotto drasticamente gli spazi disponibili per il servizio. L' impatto negativo si trasferisce a cascata sull'intera filiera con la riduzione di acquisti di prodotti alimentari e vino dalle aziende agricole ma anche di addobbi floreali con il contenimento del numero di invitati o addirittura il rinvio delle cerimonie".

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