«Le regole che si prevede di introdurre rischiano di provocare un forte disagio per gli alunni. Forse è meglio continuare a puntare sulla Dad almeno per una percentuale di studenti»: Maurizio Franzò, leader dell’associazione dei presidi siciliani, avverte che il progetto di riportare il 100% degli studenti in classe fin dal primo giorno di scuola, il 16 settembre, rischia di scontrarsi con una realtà fatta di aule piccole e pochi prof vaccinati.
I presidi - scrive Giacinto Pipitone sul Giornale di Sicilia in edicola - riceveranno a giorni una circolare che l’assessore regionale all’Istruzione, Roberto Lagalla, ha predisposto per far iniziare il nuovo anno scolastico con lezioni in presenza per tutti.
Per riuscire a mandare in soffitta la Dad bisognerà però spingere i docenti a vaccinarsi (oggi si è fermi alla metà del personale in servizio e occorre arrivare almeno al 75%) e poi bisognerà rispettare il limite di un metro fra ogni banco e di due metri fra le file di studenti e la cattedra. Se questa distanza di sicurezza non potrà essere garantita, è previsto l’obbligo di indossare la mascherina in classe durante tutta la giornata di lezioni.
Secondo Franzò nella maggior parte delle scuole ci sono aule piccole e con troppi studenti, e dunque in questi ambienti sarà impossibile rispettare il limite del metro di distanza: «Si potrebbe continuare a prevedere una percentuale di Dad che permetta di far ruotare gli alunni svuotando così le aule. Ma se si opta per la mascherina si dovrebbe almeno prevedere un orario soft, per alleggerire il disagio degli studenti». La riduzione di ogni lezione a 50 minuti o meno era una delle proposte messe in campo l’anno scorso, quando invece si optò per la Dad a rotazione alle superiori.
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