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Precipita funivia in Piemonte, 14 le vittime: morto in ospedale uno dei bambini ricoverati

Prima un sibilo, poi un boato «pazzesco» e un altro botto, meno forte. In pochi secondi quella che doveva essere la domenica della ripartenza, i casi di Covid che diminuiscono e le misure che si allentano, si è trasformata in tragedia, che tutta l’Italia piange. La funivia del Mottarone, che dal versante piemontese del lago Maggiore sale fino ai 1.491 metri del monte che le dà il nome, è precipitata al suolo e in un attimo le speranze e i sorrisi delle quindici persone all’interno della cabina sono svanite.

Tredici persone sono morte sul colpo, tra cui un bimbo di due anni, mentre un altro di nove è morto all’ospedale infantile Regina Margherita di Torino, dove è ricoverato in prognosi riservata l’unico superstite, un piccolo di 5 anni. «Pensavamo all’estate e alla zona bianca. Siamo distrutti», dice il governatore, Alberto Cirio, in lacrime. «Sono un papà, quando vedi mettere il corpo di una mamma in una bara insieme a quello del figlio...».

Sull'incidente la procura di Verbania ha aperto una inchiesta e il ministero delle Infrastrutture ha istituito una commissione ispettiva. «L'area è stata posto sotto sequestro, tutto dovrà essere oggetto di verifica», spiega il procuratore di Verbania, Olimpia Bossi, che al momento ipotizza i reati di omicidio plurimo colposo e lesioni colpose. «Ai motivi pensiamo da domani, quello di adesso è il momento del dolore - dice la sindaca di Stresa, Marcella Severino - quello che doveva essere un giorno di ripresa si è trasformato in un bruttissimo momento per la nostra comunità e per tutta l’Italia».

La prima cittadina ha raggiunto la cima del Mottarone all’ora di pranzo, subito dopo l’allarme. «È stato devastante - osserva - vedere le persone sparse intorno alla cabina» accartocciata dopo un volo di una ventina di metri: la funivia si è schiantata al suolo e ha iniziato a rotolare verso valle, finendo la sua corsa contro alcuni alberi. L’incidente a pochi metri dell’arrivo, in corrispondenza dell’ultimo pilone. Secondo una prima ricostruzione ad avere ceduto è stato il cavo di traino.

«Gli altri sono intatti, ma è presto per dire quello che è accaduto dal punto di vista tecnico - afferma il tenente colonnello Giorgio Santacroce, comandante del Nucleo operativo dei carabinieri di Verbania - Bisognerà capire perché non sono scattati i dispositivi di sicurezza, che dovrebbero tenere la cabina ancorata». La tragedia ha colpito cinque famiglie, tre residenti in Lombardia, una in Emilia-Romagna e una in Calabria. Una famiglia, residente a Pavia, era di origine israeliana e l’unico sopravvissuto è il loro bambino.

Tra le vittime anche un 23enne nato in Iran ma residente a Damiante, in Calabria. Giovani e giovanissimi partiti questa mattina con le scarpe da ginnastica per un’escursione sul monte che si affaccia su due laghi, il Maggiore e d’Orta. Dopo la chiusura tra il 2014 e il 2016, quattro anni fa la funivia, di proprietà del Comune di Stresa, ma gestita da una società privata, era stata sottoposta a importanti interventi di riqualificazione.

Da allora la manutenzione era stata sempre effettuata, come assicura l’avvocato milanese della società che gestisce l’impianto, Pasquale Pantano: «I controlli, le verifiche, erano tutte a posto. Poi quel che è accaduto è tutto da verificare», afferma il legale, lasciando il Mottarone dopo un sopralluogo con i soccorritori e le forze dell’ordine. «L'ultimo controllo magnetoscopico della fune è stato effettuato nel novembre del 2020 e gli esiti dello stesso non hanno fatto emergere alcuna criticità», dichiara Anton Seeber, presidente di Leitner, azienda di Vipiteno che si occupava della manutenzione dell’impianto.

A confermarlo ora dovranno essere le indagini. «Dovremo incaricare dei tecnici per accertare le cause», precisa il procuratore di Verbania Olimpia Bossi che nelle prossime ore dovrà anche valutare la sussistenza dell’ipotesi di reato di sttentato alla sicurezza dei trasporti. Il ministro dei Trasporti, Enrico Giovanni, domani mattina sarà a Stresa accompagnato dal capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, dal governatore del Piemonte Cirio e dal sindaco di Stresa Severino.

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