Sono ore cruciali in cui si decide se la zona rossa a Palermo e nei 22 comuni della provincia sarà prorogata o se da giovedì sarà solo un ricordo.
Gli esperti di Regione, Asp e struttura commissariale stanno analizzando gli ultimi numeri, quelli che riguardano l'incidenza dei contagi ogni 100mila abitanti e quelli che certificano lo stato degli ospedali palermitani dove al momento si registra solo una lieve diminuzione dei ricoveri nei reparti Covid e in terapia intensiva.."Sono sotto pressione anche se non stanno scoppiando - ha detto il commissario per l'emergenza Coronavirus a Palermo Renato Costa -. Faremo una valutazione, ma in ogni caso è richiesto a tutti noi ancora uno sforzo che deve prescindere dall’attribuzione del colore, l’attenzione deve ormai fare parte del nostro comportamento”.
Gli ultimi numeri sui contagi e sull'incidenza, intanto, fanno sperare in un cambio di rotta. Almeno a livello provinciale. Dai dati del Dipartimento della Protezione Civile nazionale ed elaborati dall'Ufficio statistica del Comune di Palermo, nell'intera provincia si sono registrati 349 nuovi positivi (ieri 584) e nella settimana dal 21 al 27 aprile il rapporto nuovi positivi settimanali per 100 mila abitanti è pari a 218,73 (ieri, con riferimento alla settimana dal 20 al 26 aprile era 225,48).
E dal rischio zona rossa al sogno zona gialla il passo è breve. Il calo dei contagi registrato in tutta la Sicilia fa auspicare la "promozione" dell'Isola in zona gialla venerdì prossimo. A quel punto, se Musumeci decidesse di lasciar scadere l'ordinanza che riguarda Palermo, il capoluogo potrebbe ritrovarsi in "giallo" dopo aver rischiato di restare in "rosso". Al momento sono solo ipotesi.
Di concreto c'è, invece, la rabbia delle categorie economiche flagellate dalla crisi e che hanno ricevuto un ulteriore colpo con le ultime chiusure. "Voi chiudete le attività e voi continuate a farci pagare le tasse - dice Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo raccogliendo il malcontento delle migliaia di associati -. Voi chiudete le attività e voi non create altri posti letto negli ospedali. Voi fate i vaccini ma voi andate al ritmo della lumaca. Voi dovete garantire il diritto al lavoro (art.1 della Costituzione) e voi dovete garantire il diritto alla salute. Voi dovete garantire il Lavoro e la Salute governando bene, non rinchiudendoci in casa. Se la zona rossa non funziona è un fallimento del sistema, perché la norma è pensata male, stare a casa provoca più contagi e più fallimenti! E se anche funzionasse non siete in grado di farla rispettare. Stare tutti in casa dopo più di anno è impossibile".
Ma la protesta è ormai un fattore comune a tutte le categorie. Sul piede di guerra ci sono ristoratori, barbieri, operatori del settore benessere, wedding planner e anche i circensi che oggi hanno fatto sentire la loro voce. "Il nostro settore ha offerto fin dalla prima fase dell’emergenza Coronavirus tutte le garanzie necessarie - scrive Confesercenti -, adeguando le strutture e rispettando le norme previste dai protocolli di sicurezza. Purtroppo le nostre richieste, civili e responsabili, sono rimaste inascoltate. Ora però siamo al limite: non costringeteci a lavorare da abusivi dopo che abbiamo contrastato ogni forma di abusivismo".
“Ogni giorno raccogliamo le legittime paure di tanti lavoratori e di tante famiglie che temono per la propria salute e per la tenuta delle imprese – dicono Nicola Scaglione e Gianluca Colombino, rispettivamente commissario Cisal Sicilia e segretario Cisal Palermo –. Riaprire senza verificare il rispetto dei protocolli e senza adeguati controlli, come accade da mesi, significherebbe mettere a rischio la salute di tutti, specie dei più deboli, ma la zona rossa finora è stata inutile come dimostrano i risultati: bisogna accelerare sulle vaccinazioni, servono controlli a tappeto e punizioni severe per chi infrange le regole, così da consentire ai tanti che con sacrificio le rispettano di vedere l’agognata luce in fondo al tunnel”.
La Uil Sicilia, intanto, fa sapere che è stato aperto uno sportello a cui gli artigiani si possono rivolgere per prestazioni e opportunità offerte dal welfare contrattuale.
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