Nella decisione di riaprire le attività dal 26 aprile, "un rischio oggettivo c'è e dipende in primis dalla velocità della vaccinazione, e poi dalla responsabilità di ognuno". Lo ha spiegato ad Agorà, su Rai Tre Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università Statale di Milano, sottolineando come la decisione di Draghi "sicuramente potrà avere un prezzo da pagare", tanto che lui stesso "ha parlato di rischio ragionato, ovvero accettato".
A "preoccupare molto", sottolinea l'esperto, è la ripresa della scuola in presenza. In particolare, "non tanto i piccolini, ma gli adolescenti e la fascia giovanile, che è colpita dalla variante inglese in modo più ampio e con forme asintomatiche, difficili da individuare se non si fanno screening". Il nodo del problema è sempre lo stesso: mentre un protocollo all'interno della scuola, se è ben seguito, può minimizzare i dati, come mostrano anche alcuni studi, ma spaventa - precisa - tutto ciò che è la mobilità intorno, che sono i luoghi di maggior affollamento e maggior rischio". Le regioni a colori, sottolinea, "hanno mitigato la velocità di diffusione della malattia".
Grazie a questa scelta, "sono 5 settimane che il numero di casi giornalieri è diminuzione". L'arrivo del caldo ora però dovrebbe giocare a nostro favore. "Ci aiuterà la meteorologia - prevede l'esperto - la mancanza di sbalzi termici questo virus si diffonde meno".
Caricamento commenti
Commenta la notizia