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Coronavirus, Locatelli: "Contagi in calo, ora riaperture ponderate altrimenti si torna indietro"

Franco Locatelli

«Per la terza settimana consecutiva c'è una riduzione della diffusione del contagio. Ma guai se pensassimo che siamo completamente fuori dal problema. Ci ritroveremmo alla situazione di metà marzo avendo vanificato settimane di sacrifici per l’intero Paese». Lo ha dichiarato Franco Locatelli, coordinatore del comitato tecnico scientifico, in una intervista al Corriere della Sera.

«Sono in miglioramento sia l’incidenza cumulativa di tamponi positivi ogni 100.000 abitanti, scesa al valore di 185 contro 239 della settimana precedente, e il valore di Rt pure diminuito a 0.92 dal precedente valore di 0.98», ha spiegato il professore. «Sono in ulteriore diminuzione anche i nuovi casi non associati a catene di trasmissione. Per la prima volta, questa settimana, per 3 giorni consecutivi si è ridotto il numero di pazienti in terapia intensiva».

Aggiunge Locatelli nell’intervista: «Questi segnali indicano che, come atteso, le misure messe in atto hanno consentito di riportare la situazione sotto controllo riducendo la circolazione virale e la pressione sulle strutture sanitarie territoriali». Per Locatelli «le aperture vanno certamente fatte per rispondere alla crisi economica e sociale, ma devono essere ben ponderate in funzione dei numeri». E sul vaccino AstraZeneca, Locatelli spiega: «Il vaccino di AstraZeneca è in grado di proteggere assai efficacemente dal rischio di malattia grave e di morte», e «non è vero che si è generata confusione nell’indicare un uso preferenziale delle dosi nelle diverse fasi».

«All’inizio del suo impiego, pur essendo approvato per tutti i pazienti maggiorenni, i dati disponibili sull'efficacia nelle persone anziane erano limitati e per questa parziale incertezza se ne è consigliato l’uso preferenziale nei soggetti sotto i 55 anni d’età», ha detto. «Ma il profilo di sicurezza oltre questo limite d’età non è mai stato in discussione. Una volta disponibili dati di notevole efficacia anche negli anziani si è estesa la raccomandazione anche a loro. Devono avere assoluta fiducia».

Per Locatelli, chi ha più di 60 anni non deve avere alcun dubbio sul siero anglo-svedese. «Certo, la protezione dal Covid-19 è fondamentale. Non solo. Oltre i 60 anni d’età l’incidenza di trombosi dei seni venosi cerebrali (l'effetto avverso di cui si ipotizza un legame tutto da dimostrare con il vaccino, ndr) è da 5 a 10 volte più basso negli immunizzati con AstraZeneca rispetto al numero atteso nella popolazione di pari età. Infine, non vi sono evidenze per sconsigliare una seconda dose a chi ha ricevuto la prima senza problemi. Ad oggi non è stato osservato alcun evento tromboembolico dopo la seconda somministrazione», ha aggiunto.

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