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Dati Covid in Sicilia, la Regione sospende la Di Liberti: i tre arrestati non rispondono al gip

«La dott.ssa Maria Letizia Di Liberti, con decorrenza dalla data della misura cautelare che la riguarda, è obbligatoriamente sospesa dal servizio in applicazione delle vigenti disposizioni. Il provvedimento, unitamente all’avvio del procedimento disciplinare, sarà adottato quando sarà notificata l’ordinanza che, ad oggi, non è stata trasmessa agli uffici».

Lo dichiara in una nota l’assessore regionale alla Funzione pubblica, Marco Zambuto, riferendosi alla posizione della dirigente della Regione Siciliana coinvolta nell’inchiesta sulla presunta falsificazione dei dati sui tamponi e sui decessi Covid in Sicilia. La precisazione di Zambuto arriva dopo la presa di posizione del parlamentare regionale del Pd Antonello Cracolici, che su Facebook aveva scritto: «Dopo 48 ore dallo scandalo dei 'morti spalmai', mi sarei aspettato quanto meno la sospensione dell’incarico di dirigente generale della dottoressa Di Liberti. Pur essendo un garantista, non mi pare che possano esserci dubbi sulla infedeltà al ruolo terzo e rispettoso delle norme che deve avere un dirigente. L’omissione del governo è un indizio di connivenza».

Intanto sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al gip di Trapani Caterina Brignone i tre indagati, ai domiciliari, nell’inchiesta condotta dai pm trapanesi e dai carabinieri. La Di Liberti, difesa dagli avvocati Paolo Starvaggi del foro di Patti e Fabrizio Biondo del foro di Palermo, «ha dichiarato - si legge in una nota dei legali - di volere chiedere di essere quanto prima interrogata dai magistrati del Tribunale di Palermo, cui è stata già disposta la trasmissione degli atti, per competenza territoriale, riservandosi di rispondere al giudice naturale. Solo nella mattinata di oggi è stata rilasciata la documentazione posta a fondamento dell’ordinanza del Gip, per cui la dirigente nei prossimi giorni potrà chiarire e documentare l’assenza di qualsiasi ipotesi di reato. La dirigente Letizia Di Liberti resta fiduciosa nell’operato dei magistrati che potranno tenere conto di nuovi ed incontrovertibili elementi di valutazione».

Anche Salvatore Cusimano, funzionario della Regione Siciliana, difeso dall’avvocato Luigi Spinosa, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Emilio Madonia, il dipendente di una società che si occupa della gestione informatica dei dati dell’assessorato, difeso dall’avvocato Enrico Sorgi, «ha risposto nelle linee generali e con riferimento al proprio ruolo. «Per le specifiche contestazioni - spiega l’avvocato Sorgi - non essendo in possesso della documentazione che gli è stata sequestrata, si è riservato di fornire ulteriori chiarimenti in prosieguo, quando potrà disporre dei dati necessari».

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