I dati delle ultime due settimane parlano chiaro: rispetto a metà febbraio, i contagi accertati in Sicilia sono in risalita, ma l’Isola, a differenza di mezza Italia, dove il Coronavirus corre a velocità doppia o tripla, sembra ancora resistere alla terza ondata epidemica.
Una spiegazione arriva da Carmelo Iacobello, direttore dell’Uoc di Malattie Infettive dell’ospedale Cannizzaro di Catania, non è certo questione di fortuna - scrive sul Giornale di Sicilia in edicola Andrà D'Orazio -, ma di tempestività, «perché quando altre regioni, nel pieno della seconda fase dell’emergenza, insistevano per avere regole meno severe, la nostra ha anticipato i tempi entrando in zona rossa, e le misure adottate hanno poi permesso di contenere il virus sia nel periodo arancione che oggi, a quasi un mese dall’entrata in zona gialla. Non credo, però, che gli effetti di quelle restrizioni dureranno ancora per molto».
Cosa dobbiamo aspettarci?
«Adesso siamo in un momento di calma apparente, con il bilancio quotidiano di infezioni che oscilla di poco, ma tra dieci o 15 giorni è molto probabile che la curva torni a crescere anche da noi, ripetendo quanto già avvenuto tra marzo e aprile dello scorso anno, con il virus che ha travolgeva prima le regioni del nord e del centro Italia, accelerando qualche settimana dopo pure sul nostro territorio. D’altronde, l’epidemia non ha confini regionali».
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