Lo spettro del Coronavirus adesso spaventa anche le scuole della Sicilia, dove si teme la nascita di nuovi focolai che possano far crescere in modo sostanzioso i contagi.
Un segnale di allarme proprio nei giorni in cui la Regione Siciliana ha dato il via libera (da lunedì) ad un ulteriore incremento delle lezioni in presenza: dal 50 al 75% per le classi superiori. Per il governo regionale il prosieguo della didattica in presenza è strettamente legato alla situazione epidemiologica dell'Isola, al momento sotto controllo (la Sicilia resterà in zona gialla) ma che negli ultimi giorni sembra registrare un'inversione di tendenza: la curva dei contagi dopo settimane di discesa sembra aver frenato e si teme un'inizio della risalita.
E con un nuovo aumento dei positivi lo spettro dei contagi fra i banchi torna a serpeggiare, con i casi di Enna e Scicli ad alimentare la preoccupazione. Ad Enna il sindaco Maurizio Dipietro ha emesso un'ordinanza che dispone il blocco delle lezioni in presenza per 15 giorni: asili, scuole di ogni ordine e grado e università chiuse fino al 13 marzo per fare fronte alla «mutata situazione epidemiologica, con un incremento sensibile dei casi di positività» al Covid-19.
La decisione è legata alla «presenza in ambito scolastico del personale e degli alunni» di casi positivi e che «l'incremento attiene indifferentemente tutte le fasce d’età della popolazione scolastica, che ha visto già la sospensione temporanea dell’attività didattica di cinque classi in cinque diversi istituti e della Scuola dell’Infanzia». Alla luce di queste valutazioni il sindaco ha disposto nell’ordinanza anche la «sospensione dei servizi socio-educativi per la prima infanzia nonché dei servizi educativi delle scuole dell’infanzia» nel Comune di Enna «dal 27 febbraio 2021 al 13 marzo 2021, fatta salva la facoltà di revoca del presente provvedimento laddove l’attività istruttoria di competenza dell’Asp dovesse escludere la sussistenza di pericoli per la salute dei fruitori del servizio scolastico relativamente alla scuola di pertinenza».
E poi ci sono Scicli e Donnalucata, nel Ragusano, dove il Coronavirus ha già messo in allerta tre scuole nel giro di pochi giorni. Cinque classi dell’Istituto di istruzione superiore Cataudella - due del plesso Tecnico economico e tre di quello Tecnico agrario - sono state messe in quarantena dopo che tre alunni e un docente sono risultati positivi al tampone. A finire in isolamento complessivamente 149 persone: 124 studenti, 21 docenti e quattro del personale Ata. A tutti sarà effettuato il tampone molecolare di controllo dopo dieci giorni di quarantena.
Altri tre casi accertati di docenti positive al Covid-19 anche presso il plesso della Scuola dell’infanzia dell’Istituto Comprensivo «Don Milani». Dopo avere sentito il dirigente scolastico, Roberto Ferrera, e il responsabile della protezione civile comunale, Andrea Pisani, considerata la situazione e i possibili contatti, il sindaco Enzo Giannone ha deciso la sanificazione dei locali interessati e ha disposto la chiusura del plesso dal 1° al 3 marzo. Nei prossimi giorni il dipartimento di Prevenzione medicina scolastica dell’Asp, stabilirà per quali sezioni dovrà scattare il provvedimento della quarantena.
Due contagiati anche nella frazione di Donnalucata, con la positività al tampone di due bambini che frequentano i plessi della scuola dell’infanzia Regina Margherita (ex centro Incontro) e Villa Medici dell’istituto comprensivo Elio Vittorini. Anche in questo caso è stata disposta la sanificazione dei locali di concerto con la dirigente scolastica Marisa Cannata. Tutti precedenti che non lasciano tranquilli in vista del previsto aumento della didattica in presenza nei prossimi giorni.
Ma il tema scuola rischia di diventare spinoso a livello nazionale, con lo stop alle lezioni in presenza che non è un'ipotesi da scartare. Lo stesso Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del ministero della Salute, ha chiarito il punto nella conferenza stampa sull'analisi dei dati del monitoraggio settimanale della cabina di regia. «Quando si parla di chiusure scolastiche è sempre doloroso - ha detto -. Ma laddove ci sono dei focolai o presenza di varianti è chiaro che tale decisione dolorosa è assolutamente da considerare. Dobbiamo essere pragmatici».
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