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Coronavirus, è arrivata la terza ondata: in Sicilia lo spettro della zona rossa, nuovi focolai e ospedali in affanno

Ambulanze a Villa Sofia a Palermo

A giudicare dall'incremento dei contagi e dai primi affanni registrati negli ospedali si può dire che la terza ondata di Coronavirus è arrivata. Ad essere colpiti sono soprattutto i pronto soccorso. A Palermo le maggiori difficoltà riguardano Villa Sofia dove il 20 per cento dei pazienti visitati viene trovato positivo.

OSPEDALI SOTTO PRESSIONE

Al Covid Hospital del Cervello ieri sera, come spiega Fabio Geraci sul Giornale di Sicilia in edicola, c’erano 33 pazienti positivi, di cui uno in attesa, con un tasso di sovraffollamento del 165 per cento. A Villa Sofia, sempre in serata, nell’area di emergenza si trovavano 82 pazienti, 36 dei quali in attesa di essere assistiti, con un indice di occupazione della struttura bloccato attorno al 280 per cento. Difficoltà che rispecchiano l'andamento dell'epidemia che è tornata a fare paura.

Secondo l'ultimo bollettino, il tasso di positività in Sicilia era pari al 16,5%, in Italia superato solo dal Veneto (17,8%), diminuisce il numero dei guariti e resta alto quello dei morti, da giorni sopra i 30 nelle 24 ore.

Ieri, a Palermo su 2304 tamponi rapidi effettuati tra il drive in, l’aeroporto e il porto, sono stati scoperti 165 asintomatici, 161 dei quali solo alla Fiera del Mediterraneo. E tornano anche i focolai. Come quello registrato in una casa di riposo di via Cesareo con otto positivi. I contagiati sono sei ospiti su dodici e due assistenti. Casi di Covid anche in Tribunale, dove due magistrati sono risultati positivi e quattro colleghi sono in quarantena: disposta la sanificazione e test per tutto il personale che lavora negli uffici giudiziari. Da ieri, inoltre, è chiusa al pubblico la postazione comunale decentrata Boccadifalco di piazza Pietro Micca dopo che una dipendente è stata trovata positiva.

A Monreale positivo un agente della polizia municipale di Monreale e per precauzione il Comando è stato chiuso in attesa della sanificazione: il personale è stato sottoposto al tampone rapido con esito negativo.

LO SPETTRO DELLA ZONA ROSSA

Cosa può succedere dunque alla luce dei nuovi dati? Di certo domani e venerdì la Sicilia, come il resto d'Italia, sarà in zona gialla, anche se con il divieto di varcare i confini regionali. Nel weekend, invece, sarà in vigore la zona arancione, ma da lunedì 11 gennaio si tornerà alle zone colorate.

Cosa rischia la Sicilia? I parametri di valutazione cambieranno in senso più restrittivo: per passare da giallo ad arancione ci vorrà un indice di contagio Rt di 1 (prima era 1,25) e per la zona rossa Rt a 1,25 e non più a 1,50. L'8 gennaio verrano resi noti i dati del monitoraggio sulla base dei quali verrà deciso il colore di ogni singola regione.

Secondo un modello statistico a cui ha lavorato un gruppo di ricercatori del dipartimento di Scienze economiche, aziendali e statistiche dell’università di Palermo, l’Rt della Sicilia oscillerebbe tra 1,26 e 1,37, con una velocità di raddoppio stimata in poco più di quattro giorni. Se anche dal monitoraggio della cabina di regia nazionale venisse fuori questo dato, l'Isola rischierebbe di finire in zona rossa.

Altre previsioni indicano invece la Sicilia in zona arancione. Ne è convinto Roberto Battiston, docente di Fisica sperimentale all’università di Trento, intervistato da Andrea D'Orazio sul Giornale di Sicilia in edicola. Guardando i risultati del suo studio, che combina la valutazione dell’indice di contagio Rt con l’osservazione degli attuali positivi nelle varie aree del Paese, Battiston sull’Isola intravede il color arancione, "come a novembre, mese durante il quale l’Rt del territorio è passato dall’1,6 di ottobre allo 0,8 dei primi di dicembre, mentre calava il numero di contagiati. Poi è arrivato il giallo, che non ha un grande effetto sul contenimento della curva epidemiologica, tanto che i valori sono ricominciati a crescere".

 

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