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Deposito di rifiuti nucleari, la rivolta dei sindaci: la Regione chiede un confronto con Roma

Quattro aree in Sicilia potenzialmente idonee alla costruzione del deposito nucleare nazionale. Ma la Regione non ci sta e chiede subito un confronto con il governo centrale.

Il documento è stato elaborato dalla Società di gestione degli impianti nucleari e poi validato da Isin e Ispra e dai ministeri dello Sviluppo economico e dell'Ambiente. Nella Carta figurano 4 territori siciliani, ovvero la zona delle Madonie fra Castellana Sicula e Petralia Sottana, Trapani, Calatafimi-Segesta e Butera. Il prossimo passo? Una fase di consultazione pubblica, della durata di 60 giorni, in cui muovere obiezioni. E già arrivano i primi no, anche dal governo regionale.

"La Sicilia rispetto a un tema così delicato e complesso, come quello dello smaltimento dei rifiuti nucleari e, quindi, della tutela ambientale, non può accettare l'idea di scelte calate dall'alto - commenta l’assessore regionale Territorio e Ambiente Toto Cordaro -. Riteniamo fondamentale, sul tema ambientale ancora più che su altri, un pieno confronto tra Governo nazionale, Governo Regionale e le comunità locali interessate".

Cordaro, dunque, chiede un confronto con Roma. "Vale la pena ricordare - prosegue Cordaro - che in questi primi tre anni, dopo gli ingiustificabili ritardi dei Governi precedenti, abbiamo finalmente varato, tra gli altri, il Piano per la tutela della qualità dell'aria, il Piano per la mitigazione dell'inquinamento acustico, il piano Amianto, il piano alluvioni e istituito l'Autorità di Bacino. Il Governo Musumeci, quindi, ha posto da sempre il tema della tutela ambientale ai primi posti della sua azione e rassicuro tutti che continueremo ancora a farlo con decisione. Il confronto è essenziale, senza fare terrorismo ma neppure senza minimizzare”.

Ma nel fronte del no non c'è solo la Regione. Anche i sindaci alzano la voce. Franco Calderaro, sindaco di Castellana Sicula, zona individuata idonea, mostra la sua preoccupazione: "E' una 'bomba' che piomba inaspettata sulle teste dei sindaci maroniti in un momento in cui a tutto pensavamo tranne che a una vicenda del genere. Ma è chiaro che un’iniziativa simile va fermata immediatamente".

In particolare, la zona prescelta, Vicaretto, ricade proprio tra il comune di Castellana Sicula e quello di Petralia Sottana, entrambi nel Palermitano. "Impegnati come siamo nell’emergenza Covid-19 nessuno immaginava che il governo in questo momento potesse procedere all’identificazione di siti per il deposito di scorie radioattive - prosegue Calderaro -. Inoltre, il territorio di Vicaretto è destinato all’agricoltura di pregio è sarebbe un danno enorme immaginare che possa nascere lì un sito del genere. E’ chiaro che interverremo con tutte le nostre forse insieme ai sindaci, ai consigli comunali e alla popolazione per bloccare uno scempio del genere. Proprio non si comprendono i criteri con cui hanno scelto queste 67 aree, di cui 5 in Sicilia".
Nei prossimi giorni è già prevista una riunione assembleare con i primi cittadini del comprensorio per decidere eventuali azioni di protesta e a breve, assicura ancora Calderaro, "ci sarà una convocazione all’Ars proprio per affrontare questa faccenda".

La notizia ha provocato immediatamente una sollevazione popolare da parte degli altri sindaci che hanno manifestato un secco rifiuto all’iniziativa con un post su Facebook: "I sindaci dei Comuni di Castellana Sicula e Petralia Sottana, appreso a mezzo stampa della partenza dell’iter per la creazione di depositi di rifiuti radioattivi, dove sono state individuate 67 aree idonee in 7 Regioni, tra cui l’area di Vicaretto ricadente nei territori dei comuni di Castellana e Petralia, con il sostegno di tutti i sindaci e presidenti dei consigli dell’Unione Madonie, fermamente si opporranno con tutte le loro forze ad ogni ipotesi di ubicazione nel proprio territorio di un deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. Intraprenderemo qualsiasi iniziativa chiedendo il supporto istituzionale della Regione, dell’Ars, dei senatori e deputati eletti nel territorio e del Parco delle Madonie, coinvolgendo l’intera popolazione Madonita".

Proteste anche nel Nisseno: "Vogliono fare diventare il centro Sicilia la pattumiera d'Italia noi non ci stiamo, non siamo una discarica." Il sindaco di Caltanissetta Roberto Gambino ha convocato una riunione urgente della conferenza dei sindaci del comprensorio sanitario dopo aver appreso la notizia che è stato individuato un sito in zona di Butera per depositare le scorie nucleari. Parte così la serrata dei sindaci dei 22 comuni del nisseno contro il depauperamento del loro territorio. La riunione si terrà giovedì alle 12. Gli amministratori hanno annunciato il proposito di mettere in atto delle iniziative anche estreme.

Anche M5S all’Ars ribadisce il secco rifiuto di fare della’isola un deposito di stoccaggio di rifiuti nucleari. Per questo due anni fa aveva presentato una mozione all’Ars (primo firmatario Nuccio Di Paola), approvata all'unanimità dall'Aula, che impegnava il governo regionale a “dichiarare denuclearizzato l’intero territorio della Regione Siciliana, ad imporvi l’assoluto divieto allo stoccaggio e al transito di scorie nucleari e a dichiarare la totale contrarietà all’individuazione della Sicilia come sede di deposito nazionale per i rifiuti radioattivi”. “La nostra posizione – affermano i deputati 5 stelle della commissione Ambiente Giampiero Trizzino, Stefania Campo e Stefano Zito – non è cambiata. La Sicilia, già martoriata sotto il profilo ambientale, non può e non deve diventare centro di stoccaggio dei rifiuti nucleari. Musumeci dovrà impegnarsi a non accogliere le proposte della Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI) approvata ora”.

Anche Attiva Sicilia dice “no” alla possibilità che le scorie radioattive di tutta Italia vengano depositate in Sicilia. “La Sicilia – affermano i deputati regionali Angela Foti, Elena Pagana, Valentina Palmeri, Sergio Tancredi e Matteo Mangiacavallo – ha già pagato un prezzo pesantissimo ospitando gli impianti petrolchimici senza avere mai in cambio un risarcimento di natura ambientale. Adesso non può ulteriormente sopportare che una porzione del suo territorio possa eventualmente essere usata per depositare le scorie radioattive prodotte altrove. Chi per i suoi scopi ha prodotto questi rifiuti e chi ha inquinato di più adesso si prenda anche le conseguenze di questi vantaggi. Vigileremo su ogni atto che va in questa direzione e faremo di tutto per bloccare ogni tentativo di creare qualsiasi forma di deposito di scorie radioattive sull’isola”.

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