Il 24, il 25, il 26. Il 30 dicembre, l’ultimo dell’anno, il 1 gennaio e il 6 gennaio. Sono giornate cerchiate di rosso per il governo che oggi si è riunito per fare una valutazione della situazione epidemiologica. La riunione tra il premier Conte e i capi delegazione si è aggiornata a domani quando ci sarà un confronto con il Comitato tecnico scientifico che insiste sulla necessità di stringere ancor più le maglie.
L’ipotesi alla quale si sta lavorando, secondo quanto si apprende, è quella di applicare le misure ora in vigore nella zona rossa e in quella arancione anche per le regioni "gialle" in determinati giorni durante i quali si rischia un maggior assembramento.
La valutazione su quali giorni è ancora da definire. Ma l’obiettivo - spiega una fonte di governo - è applicare il "modello Merkel" che ha evocato un lockdown duro presentando misure anti-Covid più stringenti.
Sulla linea "rigorista" soprattutto i ministri Boccia e Franceschini ma anche - secondo quanto si apprende - il premier Conte e le altre forze politiche della maggioranza. La necessità è quella di pensare a delle misure contro gli assembramenti.
Su proposta del ministro Bonafede, capo delegazione M5s, si è deciso quindi di fare una riunione con il Cts e la ministra dell’Interno (domani alle ore 10) per sapere qual è la situazione attuale da un punto di vista di rischio sanitario e se c'è una preoccupazione relativa al rischio di assembramenti. Per quanto riguarda invece lo stop tra gli spostamenti nei giorni super-festivi si è deciso - sempre secondo quanto si apprende - di confermare lo stop ma di comprendere deroghe ma solo per i piccoli comuni, a chi abiti in città sotto i 5000 abitanti, la possibilità di spostarsi entro i 30 chilometri.
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