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Corruzione nella sanità siciliana: davanti al gup 9 imputati su 10 per il rito abbreviato

Un frame delle intercettazioni

Sarà il gup del tribunale di Palermo Fabio Pilato a occuparsi del processo col rito abbreviato, dopo che gli imputati di "Sorella sanità" hanno optato per i riti alternativi. Dei 10 tra manager pubblici e imprenditori accusati di avere pilotato gli appalti nella sanità siciliana solo uno andrà al giudizio ordinario in tribunale, dal primo febbraio 2021: è Crescenzo De Stasio, detto Salvatore, amministratore della Siram, una delle società coinvolte nei meccanismi di aggiustamento delle gare, del valore complessivo di oltre 600 milioni.

Fra coloro che invece ricorreranno all’abbreviato l’ex commissario anti-covid della Regione siciliana, Antonio Candela, e l’ex direttore generale dell’azienda sanitaria provinciale di Trapani, Fabio Damiani. Con loro Giuseppe Taibbi, considerato una sorta di faccendiere al servizio di Candela. Abbreviato anche per Francesco Zanzi, Angelo Montisanti e Salvatore Navarra.

Il patteggiamento con una pena concordata di 4 anni e 2 mesi, già accettata dai pm Giovanni Antoci e Giacomo Brandini, sarà per Salvatore Manganaro: l’imprenditore, faccendiere ritenuto molto vicino a Fabio Damiani e divenuto il suo accusatore, ha ammesso una serie di tangenti. La condanna relativamente mite gli sarà inflitta a condizione che restituisca un milione di euro, corrispondente proprio all’importo delle mazzette ricevute con l’ex manager. Quattro anni e 6 mesi è invece la pena concordata tra i legali e il pool coordinato dal procuratore aggiunto Sergio Demontis per Ivan Turola; 5 anni infine per Roberto Satta, altro imprenditore.

Il processo si celebrerà nei prossimi mesi. Gli imputati sono riusciti ad avere la "retrocessione" dal giudizio immediato, che era stato ottenuto dalla Procura perchè le prove sono ritenute evidenti e le indagini si sono concluse in meno di 6 mesi: anzichè andare in tribunale, così, 9 su 10 saranno giudicati dal Gup Pilato.

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