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Ponte di Genova, arrestati Castellucci e 5 manager di Autostrade per l'Italia: "Sapevano dei difetti delle barriere"

Il ponte Morandi

Attentati alla sicurezza dei trasporti e frode in pubbliche forniture. Con queste accuse la guardia di finanza di Genova, coordinata dalla locale Procura, ha eseguito sei misure cautelari (tre arresti domiciliari e tre misure interdittive) nei confronti di ex top manager e attuali dirigenti di Autostrade per l’Italia.

I tre ex top manager di Autostrade per l’Italia agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sul crollo del ponte Morandi sono Giovanni Castellucci, ex ad, Paolo Berti, ex direttore centrale operativo, e Michele Donferri, ex capo delle manutenzioni. Stefano Marigliani - direttore del primo tronco - Paolo Strazzullo e Massimo Meliani hanno invece subito misure interdittive.

L'indagine, avviata un anno fa a seguito dell’analisi della documentazione informatica e cartacea acquisita nell’inchiesta principale legata al crollo del Ponte Morandi, è relativa alle criticità - in termini di sicurezza - delle barriere fonoassorbenti, del tipo integrate modello "Integautos", montate sulla rete autostradale. Le fiamme gialle sottolineano che "l'analisi della documentazione informatica e cartacea acquisita, le indagini tecniche effettuate, l'assunzione di plurime testimonianze" hanno portato a raccogliere "numerosi e gravi elementi indiziari e fonti di prova" nei confronti degli indagati in merito alla "consapevolezza della difettosità delle barriere e del potenziale pericolo per la sicurezza stradale, con rischio cedimento nelle giornate di forte vento (fatti peraltro realmente avvenuti nel corso del 2016 e 2017 sulla rete autostradale genovese)".

In particolare, è emersa "la consapevolezza di difetti progettuali e di sottostima dell’azione del vento, nonchè dell’utilizzo di alcuni materiali per l’ancoraggio a terra non conformi alle certificazioni europee e scarsamente performanti; volontà di non procedere a lavori di sostituzione e messa in sicurezza adeguati, eludendo tale obbligo con alcuni accorgimenti temporanei non idonei e non risolutivi; frode nei confronti dello Stato, per non aver adeguato la rete da un punto di vista acustico (così come previsto dalla Convenzione tra Autostrade e lo Stato) e di gestione in sicurezza della stessa, occultando l’inidoneità e pericolosità delle barriere, senza alcuna comunicazione - obbligatoria - all’organo di vigilanza (ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti)".

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