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Coronavirus, settimana di contagi record in Sicilia: ricoveri a livello di marzo con meno malati gravi

Un aumento di 1401 contagi da coronavirus in una settimana, ottanta ricoveri in più, ulteriori quindici in terapia intensiva, diciotto morti e più di 42000 tamponi. A volerla guardare dai numeri, la crescita dell'epidemia di Covid-19 in Sicilia è davvero esponenziale, con numeri che in 7 giorni non erano mai stati raggiunti, nemmeno a marzo/aprile: per dirne uno, ieri 285 contagi in 24 ore, tre giorni consecutivi sopra i 200. Nei sette giorni precedenti, i casi totali erano stati 1020, adesso sono nettamente di più.

E tutti gli indicatori parlano di una situazione se non di emergenza, come ha detto il governatore Nello Musumeci, quantomeno di allarme: i ricoverati, ad esempio, sono 422 (35 in terapia intensiva), per la prima volta anche sotto questo punto di vista i dati sembrano essere quelli di marzo. Nota positiva, però, è che i malati in rianimazione sono nettamente inferiori a quelli di qualche mese fa, la metà circa. Certo, i tamponi sono ormai davvero tanti: 42000 in una settimana superano la media di 6000 al giorno, impensabile fino a qualche mese fa.

E' un esercito di asintomatici, di isolamenti domestici, di focolai domestici, con l'epidemia che, tra l'altro, si sta spostando nei piccoli centri. Dove magari c'è meno controllo, più "sicurezza" da parte di chi ci vive e magari meno percezione del pericolo: questo sarà uno dei punti cruciali per i prossimi mesi.

Gli esperti raccomandano «comportamenti rigorosi». E’ «essenziale evitare eventi ed iniziative a rischio aggregazione in luoghi pubblici e privati», «per evitare un ulteriore e più rapido peggioramento dell’epidemia». Tenendo conto che «la maggior parte dei focolai, il 77,6%, continua a verificarsi» in famiglia. Ora sotto la lente d'ingrandimento è la movida, e in Sicilia sono già arrivate le prime sanzioni. Domani, invece, potrebbe entrare in vigore il nuovo Dpcm. Con ulteriori restrizioni. Basteranno? Questo solo il futuro ce lo dirà, magari alla fine di una delle tante "settimane decisive" che abbiamo vissuto negli ultimi mesi.

 

 

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