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Mafia, fuori casa con cellulare: torna in cella boss Nebrodi

E’ stato sorpreso, da un inviato della trasmissione televisiva, fuori casa col cellulare in mano. Una violazione degli obblighi imposti dal giudice che gli aveva concesso i domiciliari per motivi di salute costata il carcere a Gino Bontempo, accusato dalla Procura di Messina diretta dal procuratore Maurizio de Lucia di essere a capo della famiglia mafiosa dei Batanesi. I pm hanno chiesto e ottenuto dal gip l’inasprimento della misura cautelare imposta al presunto boss accusato, oltre che di mafia, di essere tra gli ideatori di una truffa milionaria all’Ue sui contributi agricoli messa a segno dal clan. I carabinieri del Ros gli hanno appena notificato la nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Quella dei Batanesi è una storica famiglia mafiosa di Tortorici, paese dei Nebrodi, che per anni si è contesa il controllo del territorio con il clan dei Tortoriciani. Una lunga guerra interrotta da una tregua raggiunta dopo un accordo di spartizione degli affari. La vicenda è emersa nell’inchiesta che ha portato alla scoperta della truffa milionaria e che ha portato in cella Bontempo, poi posto ai domiciliari per motivi di salute.

L’indagine ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio per 131 tra boss e gregari della mafia dei Nebrodi. Il capomafia è stato intervistato nel corso della trasmissione di domenica scorsa in cui si è parlato delle decine di scarcerazioni di mafiosi effettuate durante i mesi caldi della pandemia. Per nulla in imbarazzo, Bontempo che era fuori casa intento a usare il telefonino, ha risposto al cronista.

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