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Scuola, ripartenza sempre più a rischio: si teme manchino 300mila prof

Cattedre vuote e poco personale scolastico all'avvio dell'anno scolastico. I sindacati lanciano l'allarme perchè se è vero che il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, ha firmato il decreto per l'assunzione a tempo indeterminato di 84.808 docenti, il problema è che alla fine le assunzioni in ruolo dei docenti rischiano di essere molte meno: c'è chi parla di sole 30 mila.

Nelle graduatorie a esaurimento di diverse province, in prevalenza al Centro-Nord, molte classi di concorso sono esaurite e lo sono pure le graduatorie di merito. Il ministero dell'Istruzione spera che alcuni posti vengano assegnati tramite "call veloce" ma il vincolo di permanenza dei 5 anni pesa non poco.

"C'è una percentuale bassissima di copertura dei posti che ad oggi non supera il 30% - osserva la segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi - la situazione più disastrosa è sul sostegno. Verranno coperti a malapena i docenti andati in pensione. La prova lampante di scelte fallimentari in materia di reclutamento, che purtroppo si tramandano di governo in governo da troppo tempo". Secondo alcune previsioni si apre un anno scolastico con lo spettro di 250 mila-300 mila supplenti, anche perchè ai numeri attuali bisogna aggiungere l'organico Covid, circa 70 mila tra prof e collaboratori scolastici. Allo stesso tempo, avvicinandosi la data del rientro a scuola e contemporaneamente aumentando in questi giorni il numero dei contagi, ci sono docenti affetti da patologie che stanno chiedendo di restare a casa. L'Italia, peraltro, ha un primato che riguarda l'età elevata del personale scolastico, dunque più fragile: la percentuale di over 55 è del 40-45% e gli ultra 62enni sono 171 mila.

"Temo ci sia un tentativo di screditare il personale scolastico. Anche per gli esami di Stato era stato detto 'andranno tutti in malattia'. Ma abbiamo personale serio e in gamba e gli esami di Maturità si sono regolarmente svolti", ha osservato stasera la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina. Stamane intanto la Conferenza Unificata ha licenziato in via definitiva il documento dell'Istituto superiore di Sanità e Inail sulla gestione di possibili casi di contagio nelle scuole mentre continua il confronto tecnico sul trasporto pubblico in vista della Conferenza Unificata di lunedì prossimo. "Bene l'accordo con le Regioni, ora avanti verso il 14 settembre", ha commentato la ministra Azzzolina.

La Commissione Trasporti delle Regioni e il ministero delle Infrastrutture hanno lavorato per tutta la giornata di ieri ad una possibilità di derogare al distanziamento a bordo dei mezzi di trasporto - considerata la limitata permanenza temporale sui mezzi da parte dei viaggiatori - fino a consentire l'80% del riempimento ove vengano garantite adeguate misure di contenimento dei rischi di contagio. L'accordo in questa direzione è sostanzialmente fatto. Le Regioni poi hanno insistito sulla necessità che vengano garantite adeguate risorse per finanziare i servizi aggiuntivi sul Tpl, volti a coprire il restante 20%.

I sindaci sono preoccupati: "Margini di flessibilità non ne abbiamo, quelli che avevamo li abbiamo messi in campo, non abbiamo mezzi disponibili, le corse hanno già un notevole livello di frequenza, e, oggettivamente, più di così non sarà fattibile", ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. E la prima cittadina di Roma, Virginia Raggi ha chiesto 'clemenza'. "Sicuramente la riapertura dell'anno scolastico creerà criticità, abbiamo su Roma 1.200 scuole. Stiamo tutti lavorando sulla concretezza e per prevenirle. Siate tutti più clementi, perché la volontà è reagire. Se ci saranno delle criticità si affronteranno". Oggi intanto sono stati consegnati 799 e 342 sedie a Codogno, Alzano e Nembro; da lunedì i banchi arriveranno a Bergamo, Brescia,Piacenza.

E mentre il segretario della Lega, Matteo Salvini, continua ad attaccare la ministra dell'Istruzione "Azzolina deve andare a casa - dice - le diamo un banco a rotelle per fare un giro in Piazza del Campo", lo scontro si è aperto anche dentro la maggioranza: a causarlo una intervista del presidente dei senatori Pd Marcucci, che ha definito "insufficiente" il contributo della ministra Azzolina. "Chi la attacca, attacca l'intero governo. Il Pd dica chiaramente se condivide quelle parole", hanno affermato diversi esponenti M5S. E la ministra ha osservato: "La riapertura della scuola è una partita bella ma complessa, che riguarda tutto il governo, ciascuno con le proprie responsabilità". Insomma, nessuno si tiri fuori, se si fallisce è un guaio serio per tutti.

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