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Coronavirus, crolla l'indice di contagio in Sicilia ma l'Iss avverte: "Peggioramento in tutta Italia"

In Sicilia crolla l'indice di contagio a 0.68, ma la situazione continua a peggiorare, nell'Isola come in Italia, come certifica l'istituto superiore di Sanità, e cala a 29 anni l'età media per i contagi da coronavirus. "Si conferma un aumento nei nuovi casi segnalati in Italia per la quarta settimana consecutiva con una incidenza cumulativa negli ultimi 14 giorni (periodo 10/8-23/8) di 14,93 per 100.000 abitanti, in aumento dal periodo 6/7-19/7 e simile ai livelli osservati all’inizio di giugno". E’ quanto emerge dal report settimanale di ministero della Salute e Iss sul Covid-19 in Italia.

"La maggior parte dei casi continua ad essere contratta sul territorio nazionale (risultano importati da stato estero il 20,8% dei nuovi casi diagnosticati nella settimana di monitoraggio) - prosegue il report - tuttavia si osserva rispetto alla settimana precedente un aumento di casi importati da altra Regione/Provincia Autonoma (dal 2,3% nella precedente settimana di monitoraggio al 15,7% nella settimana corrente)". "In Italia, come in Europa e globalmente, si è verificata una transizione epidemiologica dell’epidemia da SARS-­-CoV-­-2 con un forte abbassamento dell’età mediana della popolazione che contrae l'infezione - sottolineano ministero e Iss -. L’età mediana dei casi diagnosticati nell’ultima settimana è di 29 anni, confermando un trend in diminuzione. La circolazione avviene oggi con maggiore frequenza nelle fasce di età più giovani, in un contesto di avanzata riapertura delle attività commerciali (inclusi luoghi di aggregazione) e di aumentata mobilità".

Nella settimana di monitoraggio sono stati riportati complessivamente 1374 focolai attivi di cui 490 nuovi (la definizione adottata di focolaio prevede la individuazione di 2 o più casi positivi tra loro collegati), entrambi in aumento per la quarta settimana consecutiva (nella precedente settimana di monitoraggio erano stati segnalati 1077 focolai attivi di cui 281 nuovi). Questo comporta un sempre maggiore impegno dei servizi territoriali nelle attività di ricerca dei contatti. I servizi territoriali sono riusciti finora a contenere la trasmissione locale del virus ma, qualora dovesse persistere l’attuale trend di incidenza in aumento, le capacità di risposta di questi servizi potrebbero essere messe a dura prova.

"In seguito alla riduzione nel numero di casi di infezione da SARS­-CoV-2 grazie alle misure di lockdown, l’Italia si trova in una fase epidemiologica di transizione con tendenza ad un progressivo peggioramento - spiegano ministero della Salute e Iss -. Anche in questa settimana si rileva la trasmissione diffusa del virus su tutto il territorio nazionale, che provoca focolai anche di dimensioni rilevanti e spesso associati ad attività ricreative che comportino assembramenti e violazioni delle regole di distanziamento fisico sia sul territorio nazionale che all’estero. Si assiste pertanto alla successiva importazione di casi e ad una ulteriore trasmissione locale (anche al rientro dopo periodi di vacanza)".

"Il numero di nuovi casi di infezione rimane nel complesso contenuto rispetto ad altri paesi europei, ma con una tendenza all’aumento da quattro settimane consecutive. Questo avviene anche grazie alla ricerca e la gestione dei contatti, inclusa la quarantena dei contatti stretti e l’isolamento immediato dei casi secondari. La riduzione nei tempi tra l’inizio dei sintomi e la diagnosi/isolamento è uno dei motivi che permette una più tempestiva identificazione ed assistenza clinica delle persone che contraggono l’infezione - prosegue il report -. E’ necessario mantenere elevata la resilienza dei servizi territoriali, continuare a rafforzare la consapevolezza e la compliance della popolazione, realizzare la ricerca attiva ed accertamento diagnostico di potenziali casi, l’isolamento dei casi, la quarantena dei loro contatti stretti. Queste azioni sono fondamentali per controllare la trasmissione ed eventualmente identificare rapidamente e fronteggiare recrudescenze epidemiche". Quindi "è essenziale mantenere elevata l’attenzione e continuare a rafforzare le attività di "contact tracing" (ricerca dei contatti) in modo da identificare precocemente tutti i potenziali focolai di trasmissione e continuare a controllare l’epidemia. Per questo rimane fondamentale mantenere una elevata consapevolezza della popolazione generale circa il peggioramento della situazione epidemiologica e sull'importanza di continuare a rispettare in modo rigoroso tutte le misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione quali l’igiene individuale, l'uso delle mascherine e il distanziamento fisico".

Ecco l’indice Rt Regione per Regione (media 14 giorni) secondo l’elaborazione contenuta nel monitoraggio dell’Istituto superiore di Sanità e del ministero della Salute per la settimana dal 17 al 23 agosto. Nello stesso monitoraggio si specifica che «bisogna interpretare con cautela l'indice di trasmissione nazionale in questo particolare momento dell’epidemia. Infatti Rt calcolato sui casi sintomatici, pur rimanendo l’indicatore più affidabile a livello regionale e confrontabile nel tempo per il monitoraggio della trasmissibilità, potrebbe sottostimare leggermente la reale trasmissione del virus a livello nazionale». Ecco nel dettaglio la mappa dell’indice di trasmissione del coronavirus: Abruzzo 0.8; Basilicata 0; Calabria 1.26; Campania 1.06; E-R 0.53; F.V.Giulia 0.78; Lazio 0.42; Liguria 1.11; Lombardia 0.52; Marche 0.56; Molise 0.16; PA Bolzano 0.49; Piemonte 0.75; PA Trento 0.24; Puglia 0.72; Sardegna 1.1; Sicilia 0.68; Toscana 0.83; Umbria 1.24; Valle d’Aosta 0.75; Veneto 0.84.

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