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Antonelli (Cts): "Aumento contagi? Nessun allarme, le terapia intensive reggono bene"

«Nessun allarme nelle rianimazioni. Ora trattiamo subito i pazienti critici» «Regge bene la rete delle terapie intensive grazie all’organizzazione che ci siamo dati. I ricoverati non sono aumentati in modo significativo».

Lo sostiene in un’intervista al «Corriere della Sera» il professor Massimo Antonelli, direttore del dipartimento Anestesia e Rianimazione del Policlinico Gemelli, una delle punte di diamante del Comitato tecnico scientifico per l’emergenza Covid-19. Facendo il punto sullo stato dei contagi, Antonelli dice che «c'è una leggera crescita ma proporzionale all’aumento dei nuovi casi e comunque non preoccupante. Anche i malati gravi sono in numero minimale. La percentuale rispetto ai positivi è sotto l’unità, mentre nel periodo acuto era del 5%. In Italia nei centri di rianimazione sono ricoverate poco più di 50 persone».

E sul fatto che il virus possa essere meno letale dichiara: «Forse è così ma soltanto perchè l’età media dei contagiati si è abbassata attorno ai 35 anni, fenomeno legato alle abitudini di vita sociale dei giovani che ha determinato una diffusione rapida del virus. Il Sars-CoV-2 circola e, senza distanziamento, basta avere contatti brevi, anche di 15 minuti, con un soggetto infetto per esserne colpiti». Per questo, conclude, «continuiamo a raccomandare di osservare le misure di precauzione che non impongono grossi sacrifici». Perchè, ha potuto osservare il professore, l’età si sta ulteriormente abbassando e «la forbice è 40-60 con la tendenza a scendere verso i 40 anni». Ma ora, assicura Antonelli, sulla base dell’esperienza guadagnata, «si è in grado di trattare più precocemente ed efficacemente i pazienti critici, riuscendo spesso a evitare l’intubazione e la ventilazione invasiva».

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