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Riapertura delle discoteche, il Tar respinge le richieste dei gestori

È un no quello del Tar alla riapertura delle discoteche. È stata respinta infatti la richiesta di sospensione cautelare urgente dell’ordinanza con la quale il 16 agosto il Ministro della Salute, in tema di misure urgenti per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, ha chiuso le discoteche e introdotto l’obbligo di mascherina nei luoghi pubblici dove c'è il rischio assembramenti.

Lo ha deciso il presidente della terza sezione quater del Tar del Lazio con un decreto monocratico con il quale ha respinto una richiesta di sospensione cautelare urgente proposta dal Silb-Fipe-Associazione Italiana Imprese di Intrattenimento da Ballo e di Spettacolo. Già fissata il 9 settembre l’udienza in camera di consiglio per la valutazione collegiale del ricorso.

"Fino al 7 settembre staremo chiusi e ora prolifererà l’abusivismo". Così all’ANSA Maurizio Pasca, presidente del Silb Filp, associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo commenta il no del Tar alla riapertura delle discoteche. «L'ordinanza del ministro non sta facendo altro che incentivare l’abusivismo - aggiunge Pasca - Siamo già in possesso di centinaia di video di feste abusive in ville che sfuggono a ogni controllo. In un filmato con giovani che addirittura si dichiarano positivi al Covid".

Pasca annuncia così un nuovo incontro con il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli per discutere gli aspetti economici legati alla chiusura delle discoteche. «Non è vero che il ministro abbia garantito 30mila euro per
ogni discoteca, come comparso oggi sulla stampa locale - afferma Pasca - con lui ci riaggiorniamo oggi, visto che si era in attesa del pronunciamento del Tar».

Il no al ricorso comunque non è letto completamente in negativo dal presidente nazionale del Silb, anzi c'è pure
parziale «soddisfazione», perché - spiega Pasca - «è vero che la tutela della salute è stata ritenuta prevalente, ma è stato anche riconosciuto il danno subito. Motivo per cui il giudice monocratico ha rimandato la decisione finale a quello collegiale, per il 9 settembre».

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