Lo studio di sieroprevalenza «ci permette di definire in modo più preciso il tasso di letalità, che scende al 2,5%: è un dato in linea con i dati internazionali». A spiegarlo il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli. "Ottenere le informazioni su questo studio di prevalenza - ha detto Locatelli nel corso della presentazione dei risultati dell’indagine di sieroprevalenza Sars-Cov2 - era cruciale per tre obiettivi: definire il tasso di sieroprevalenza nelle diverse aree territoriali, definire la quota dei soggetti asintomatici, rifinire il tasso di mortalità che l'infezione ha prodotto nel Paese". "L'incidenza - ha aggiunto - è straordinariamente diversificata nelle aree territoriali, anche all’interno della stessa regione con un’incidenza minore in particolare nelle regioni meridionali e insulari"