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Coronavirus in Sicilia, settimana difficile: ricoveri raddoppiati e contagi triplicati

Non è un allarme, ma un campanello seppur poco rumoroso si può, e forse si dovrebbe, iniziare a sentire. Anche se ancora in lontananza, sperando che tale rimanga. Sono numeri ancora fortunatamente bassi per spaventare, ma in Sicilia la settimana dall’11 al 18 luglio, per quanto riguarda l'epidemia da coronavirus, è stata la peggiore da maggio a questa parte.

Diciassette i casi di Covid-19 negli ultimi sette giorni contro i cinque della settimana precedente, dunque più che triplicati. Se contiamo anche quelli dei migranti il totale sale a 42, quindi otto volte maggiori rispetto alla rilevazione tra 4 e 11 luglio. Così tanti non si vedevano da due mesi. Non solo: tutti gli indicatori, tranne per fortuna quello delle vittime, fermo a 283 (nessuna, nell’ultima settimana, ed è la prima volta da marzo), sono nettamente peggiorati.

Secondo i dati di ieri, il totale di positivi dall’inizio è 3.140. Sabato 11 luglio i casi registrati erano 3098.  Gli attuali positivi sono 162,  contro i 123 della settimana prima, ma a destare maggiore impressione sono i ricoveri, più che raddoppiati (da 6 a 14), anche se per fortuna nessuno in terapia intensiva. Quest'ultimo dato è quello che fa capire perchè non c'è ancora allarme, al di là di numero: per mesi gli esperti ci hanno detto che quello delle intensive era il più pericoloso, quello da guardare affinchè il sistema sanitario non collassasse. Dunque, zero è il meglio che si possa sperare.

Quasi nullo il numero dei guariti (3), e questa è una cosa che ancora non si riesce a capire, visto che al contrario in tutte le altre Regioni i numeri, sotto questo punto di vista, sono ben altri.

Per quanto riguarda le provincie e i casi totali di coronavirus dall’inizio dell’epidemia, ne sono stati rilevati 789 (+9 rispetto a martedì 14 luglio) a Catania, 507 (+3) a Palermo, 474 a Messina, 439 (+1) ad Enna, 330 (+1) a Siracusa, 186 a Caltanissetta,  138 (+1) ad Agrigento. 137 a Trapani e 115 (+25 ma si tratta dei migranti) a Ragusa.

Anche dall’Rt, indice di contagiosità, della Sicilia non arrivano buone notizie: è ancora abbondantemente sotto l’1 ma quasi raddoppiato rispetto ad una settimana fa, da 0,24 a 0,43. Sono sei le Regioni italiane in cui l’indice di contagiosità Rt ha superato il livello di guardia: si tratta di Veneto, Toscana, Lazio, Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna, secondo quanto emerso dal monitoraggio effettuato dal ministero della Salute nel periodo compreso tra il 6 e il 12 luglio.

Questi i dati riferiti alle singole Regioni e alle Province autonome: Abruzzo: Rt 0.21, Basilicata: Rt 0.02  Calabria: Rt 0.13, Campania: Rt 0.93, Emilia Romagna: Rt 1.06,  Friuli-Venezia Giulia: Rt 0.77, Lazio: Rt 1.23, Liguria: Rt 0.78, Lombardia: Rt 1.14, Marche: Rt 0.63, Molise: Rt 0.05, Piemonte: Rt 1.06, Bolzano: Rt 0.14, Trento: Rt 0.25, Puglia: Rt 0.07, Umbria: Rt 0.39, Sardegna: Rt 0.32, Sicilia: Rt 0.43, Toscana: Rt 1.24, Valle d’Aosta: Rt 0.19, Veneto: Rt 1.61.

L'allarme nuovi focolai di coronavirus insomma è riaffiorato prepotentemente a metà luglio, e tanto è bastato  per indurre l'Istituto Superiore di Sanità a lanciare un appello per "rafforzare l'attenzione", perché "in caso contrario nelle prossime settimane potremmo assistere ad una inversione di tendenza con aumento rilevante nel numero di casi a livello nazionale".

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