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Blutec, sospetto coronavirus per Roberto Ginatta: chiesti i domiciliari

In isolamento sanitario nel carcere di Torino per sospetto Coronavirus. Roberto Ginatta, 73 anni, accusato di avere cercato di far sparire circa 16,5 milioni di fondi pubblici ricevuti per rilanciare l’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese (Palermo), non si è presentato davanti al gip Rosanna Croce per l’interrogatorio di garanzia, fissato per questa mattina e rinviato a data da destinarsi.

Né ha potuto incontrare i suoi legali, che ora chiedono i domiciliari per il presidente della Blutec, accusato di bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio. La comunicazione dell’isolamento sanitario per la sospetta infezione da Covid-19, secondo quanto si apprende in ambienti giudiziari, è pervenuta dalla Direzione sanitaria del Lorusso e Cutugno, dove l’imprenditore è detenuto da mercoledì. Finito in carcere dopo che l’anno scorso, sempre per la stessa vicenda, era stato posto ai domiciliari, misura cautelare che era stata poi annullata dal tribunale del Riesame.

Nello stesso procedimento il gip, insieme all’arresto, ha disposto anche il sequestro preventivo di quote societarie e disponibilità per 4 milioni di euro, oltre all’intero complesso aziendale della Mog, anche la Alcar Industrie srl, con sedi a Lecce e Vaie, in provincia di Torino. Per la gestione è stato nominato un amministratore giudiziario. L’avvocato Nicola Menardo dello studio Grande Stevens, che assiste Ginatta, ha chiesto al gip di valutare la sostituzione della misura con gli arresti domiciliari alla luce delle sue condizioni di salute e tenuto conto della natura eccezionale della custodia in carcere per gli ultra 70enni.

Tra le motivazioni a sostegno della richiesta, anche altri tre elementi: le statistiche dell’Istituto Superiore di Sanità sugli effetti del virus SARS-CoV2 nei soggetti di età superiore ai 70 anni; l’istruttoria sulla gestione del rischio Covid-19 nel carcere di Torino aperta dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo - che ha chiesto all’Italia spiegazioni in merito -; e le linee guida della Procura Generale della Corte di Cassazione sul ricorso alle misure carcerarie durante la pandemia. Si sono invece avvalsi della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia, questa mattina, Matteo Orlando Ginatta, il figlio 26enne del presidente della Blutec, e Giovanna Desiderato, 76 anni, rispettivamente proprietario e amministratrice della holding Mog srl. Si tratta di una delle società coinvolte nell’indagine condotta dalla guardia di finanza e battezzata Dark Hole, che letteralmente significa 'buco nero. Entrambi ai domiciliari con l’accusa di riciclaggio, hanno preferito non dire nulla.

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