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Archeologia, in Sicilia recuperati 271 reperti nel 2019

Scavi clandestini, furti di beni culturali e contraffazione di opere d’arte: questi i fenomeni al centro dell’attività dei militari del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Palermo, nel corso del 2019. La ricerca archeologica clandestina rappresenta la più grave forma di aggressione al patrimonio culturale siciliano.

Nel 2019, l'attività del Nucleo TPC ha portato al sequestro di 271 importantissimi reperti archeologici trafugati in modo illegale. I furti di beni culturali sono diminuiti nel 2019, nell’intero territorio siciliano, sono stati 16 nel 2018 erano stati 18. Gli obiettivi più colpiti sono i luoghi privati e quelli di culto. Inoltre, per quanto concerne l’attività di contrasto al fenomeno della falsificazione delle opere d’arte, nel corso dei controlli su siti web dedicati all’e-commerce, sono state sequestrate 13 opere contraffatte.

La strategia di intervento del Nucleo si è articolata lungo due direttrici fondamentali: l’attività di prevenzione, rappresentata dalle molteplici attività ispettive, e l’azione di contrasto, sviluppata attraverso le indagini di polizia giudiziaria.

L’anno scorso l’attività di prevenzione si è svolta attraverso l’esecuzione di 316 controlli. Sempre lo scorso anno sono state denunciate 47 persone per vari reati (prevalentemente furto, ricettazione e contraffazione di opere d’arte) e sono stati sequestrati beni culturali illecitamente sottratti per oltre tre milioni e settecentomila euro. I beni recuperati sono stati riconsegnati a musei, chiese, alla Regione per garantirne la pubblica fruizione.

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