L’amministratore di sostegno di Gina Lollobrigida è stato autorizzato dal giudice a prelevare e a collocare in un deposito preziosi e suppellettili dell’attrice. Lo ha reso noto l’ufficio stampa della stessa Lollobrigida. «Hanno deciso di farmi morire in modo ignobile, neanche come si farebbe con i delinquenti. In un paese civile non è tollerabile che avvengano dei soprusi così gravi e ingiusti», ha dichiarato l’attrice. «La signora Gina Lollobrigida - si legge in una nota del suo ufficio stampa - ha appreso in data odierna che ieri, 13 maggio, su richiesta dell’amministratore di sostegno ed a sua insaputa, è stato emesso un provvedimento dal Giudice Tutelare», «in forza del quale l’amministratore di sostegno è stato autorizzato a prelevare dalla abitazione della stessa tutti gli oggetti preziosi, tra i quali, espressamente indicati, gioielli, quadri, suppellettili, mobili, lampadari e altro, affinché vengano riposti in un caveau o in deposito a pagamento». Tale decisione, viene sottolineato «risulta assurda, in quanto priva la signora Lollobrigida della possibilità di godere di tutti i suoi beni che da sempre arredano la casa, costringendola a vivere nella sua abitazione, non solo in una inevitabile condizione di precarietà e evidente disagio derivante dall’asporto della mobilia, perfino dei lampadari, ma anche spogliata dei suoi ricordi, in quanto oggetti che l’hanno accompagnata nel corso della sua vita».