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Dai congiunti al rientro nel proprio domicilio: tutti i chiarimenti del Viminale

Cosa si intende per congiunti? Chi può rientrare presso il proprio domicilio? Ancora, le regole per gli allenamenti. Sono tutti chiarimenti che il Viminale ha fornito in una circolare su quelli che sono i comportamenti da tenere nella Fase 2 dell'emergenza coronavirus, che avrà inizio domani 4 maggio.

Il termine congiunti ricomprende «i coniugi, i rapporti di parentela, affinità e di unione civile, nonchè le relazioni connotate da 'duratura e significativa comunanza di vita e di affetti'», come stabilito da una sentenza della Cassazione del 2014. Così il Viminale in una circolare ai prefetti sulle misure da applicare a partire da domani. L’ambito a cui si riferisce l’espressione congiunti, viene spiegato nel documento, «può ricavarsi in modo sistematico dal quadro normativo e giurisprudenziale».

Riguardo alle prescrizioni sugli spostamenti, la valutazione dei casi concreti «dovrà essere affidata ad un prudente ed equilibrato apprezzamento...che conduca ad un’applicazione coerente delle disposizioni contenute» nel Dpcm sulla Fase 2. Così il Viminale in una circolare ai prefetti che invita a trovare il punto di equilibrio tra la salvaguardia della salute pubblica da perseguire essenzialmente con il divieto di assembramento e «l'esigenza di contenere l’impatto sulla vita quotidiana dei cittadini».

Il Dpcm sulla fase 2 consente il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza ma una volta rientrati, «non saranno più consentiti spostamenti al di fuori dei confini della regione in cui ci si trova», a meno che non ci siano «comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute».

Si apre alla ripresa degli allenamenti per le squadre. «È consentita, anche agli atleti e non, di discipline non individuali, come a ogni cittadino, l'attività sportiva individuale, in aree pubbliche o private, nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri e rispettando il divieto di ogni forma di assembramento».

Nessun riferimento invece al modulo di autocertificazione per gli spostamenti nella circolare inviata oggi dal Viminale ai prefetti. Il testo si limita a segnalare che le circostanze giustificative sugli spostamenti, in caso di controlli, «possono essere forniti nelle forme e con le modalità consentite». Tra quest’ultime rientra anche il modulo che ha accompagnato gli italiani in queste settimane di lockdown. Per la giustificazione lavorativa può essere esibita «adeguata documentazione fornita dal datore di lavoro (tesserini e simili)».

Le aziende non dovranno più inviare ai prefetti richieste di autorizzazione o la comunicazione preventiva per la ripresa delle attività produttive industriali e commerciali. Il sistema sulla verifica della sussistenza delle condizioni per la ripresa viene sostituito con un «regime di controlli sull'osservanza delle prescrizioni» contenuti nei protocolli in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. «A fronte dell’esigenza di sostenere il riavvio del tessuto produttivo economico nazionale - indica la circolare - si pone l'imprescindibile necessità di garantire la sicurezza dei lavoratori e di assicurare idonei livelli di protezione negli ambienti di lavoro».

Per questi obiettivi sarà determinante attivare «un adeguato sistema di controlli, teso a verificare la puntuale osservanza delle prescrizioni poste a presidio delle tutele e ad applicare le eventuali, relative sanzioni».

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