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Passeggiate genitori-figli, scontro tra Viminale e Regioni sulla circolare: si allarga il fronte del "No"

I bambini possono uscire di casa con un genitore e passeggiare in prossimità della propria abitazione. Scoppia la bufera a poche ore dalla nuova circolare del Viminale nella quale si scrive che la camminata "può essere ricondotta alle attività motorie all’aperto".

Contro il provvedimento si schierano i medici, i presidenti di molte regioni e anche i genitori. Per Paola Pedrini, segretaria generale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) della Lombardia e medico a Bergamo, "permettere la passeggiata con i bambini è rischioso, perchè se abbiamo la notizia positiva della riduzione dei contagi, vuol dire che le misure drastiche stanno funzionando. Mollare così all’inizio può essere un pericolo. Bisogna fare molto attenzione a uscire con i bambini e ridurre gli assembramenti di persone".

Dello stesso avviso, l’assessore al welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, che stamattina, in collegamento con Unomattina, ha dichiarato che "la situazione è positiva nel senso che negli ultimi giorni c'è stato un rallentamento dei positivi, delle persone in ospedale, e anche delle persone in terapia intensiva ma per questo dobbiamo stare a casa. Stiamo a casa teniamo i bambini a casa, è dura, lo sappiamo ma un piccolo sacrificio ancora e possiamo buttarci tutto alle spalle". "Spero che i cittadini ignorino questa folle, insensata e irresponsabile circolare, che stiano a casa e organizzino giochi con i propri figli", ha poi detto in collegamento con Italia 7 Gold.

Un appello già raccolto da milioni di italiani che sui social esprimono indignazione e preoccupazione per la circolare che mette a rischio non solo i sacrifici fatti fino ad adesso ma anche l'incolumità della popolazione a cominciare dai parenti più prossimi.

Gallera ha anche annunciato di voler valutare con il presidente Attilio Fontana "se c'è la possibilità di emanare ordinanze che la vanifichino" .

E lo scontro Viminale-Lombardia non sembra essere l'unico. Anche la Regione Campania dice "No" alla circolare. "Considero gravissimo il messaggio proveniente dal ministero dell’Interno - dichiara il governatore Vincenzo De Luca, relativo alla possibilità di fare jogging e di passeggiare sotto casa. Si trasmette irresponsabilmente l’idea che l’epidemia è ormai alle nostre spalle. Si ignora tra l’altro, che vi sono realtà del Paese dove sta arrivando solo ora l’ondata più forte di contagio. Si rischia, per una settimana di rilassamento anticipato, di provocare una impennata del contagio". De Luca, quindi, vuole puntualizzare che in Campania "è assolutamente vietato uscire a passeggio o andare a fare jogging". "Ribadisco che in Campania rimane in vigore l’ordinanza regionale, derivata da motivi di tutela sanitaria, la cui competenza è esclusivamente regionale", sottolinea.

In mattinata anche il governatore della Sicilia ha ribadito che nella regione non si torna indietro. "Sono assolutamente contrario alla possibilità data dal governo nazionale delle passeggiate con i bambini. Si faranno, ma solo quando sarà finita l’emergenza", ha detto oggi.

Anche il sindaco di Bari e presidente dell'Anci, Antonio Decaro, è contrario: "In questo momento in cui avevamo convinto tutti a stare a casa, avevamo dato una stretta anche sui runner - dice -, dare la possibilità ai genitori di poter accompagnare i figli e le persone più anziane fuori casa significa avere un altro allentamento. Non sarà facile convincere le persone a uscire solo se c'è davvero bisogno".

Il governo difende il proprio provvedimento e tende a precisare, come ha fatto il viceministro agli Interni e capo politico M5s Vito Crimi a Radio Anch’io su Rai Radio 1 che "Non c'è alcun allentamento dei controlli" e la circolare del Viminale si riferisce ai bambini molto piccoli quelli per cui "uscire è una necessità", non certo "a un 15enne".

"Deve essere chiaro: non possiamo far pagare quello che sta accadendo ai bambini piccoli" che non possono essere "vittime dell’isolamento. Nessuno pensi che ci sia un allentamento dei controlli, se qualcuno pensa che un figlio di 15 o 16 anni, un minore, possa avere una scusa per uscire di casa non ha capito niente: qui stiamo parlando di cosa è necessità e cosa no. Un bambino piccolo di un anno o due o tre anni è necessario ogni tanto farlo uscire per fargli capire che c'è un mondo fuori" dice Crimi precisando che la circolare non fa riferimento all’età dei bambini: "C'è scritto bene che è una necessità e il genitore deve interpretarla, motivarla" come per ogni autocertificazione. Poi starà all’agente "accertare la situazione" anche in situazioni di necessità diverse. Tuttavia "è chiaro che per un bambino di due anni che vive in un appartamento di 40 metri quadri, dopo due settimane di isolamento, forse c'è una necessità di farlo uscire ancora più importante di portare fuori il cane. I bambini - spiega Crimi - non capiscono cosa sta succedendo, hanno bisogno di essere accompagnati in questo momento, quindi è una necessità portare fuori i bambini piccoli".

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