Con 133 morti in un solo giorno - le 24 ore più drammatiche finora - l’Italia fa segnare un bilancio di 366 vittime per coronavirus, e diventa il secondo al mondo dopo la Cina, ma anche nuove polemiche politiche: la chiusura della Lombardia e di 14 province del nord decisa nottetempo dal governo, ma soprattutto la modalità con cui è stata comunicata, ha scatenato lo scontro tra i governatori del centrodestra e il premier Giuseppe Conte.
Scontro che si è tentato di ricucire con una videoconferenza durata gran parte del pomeriggio di ieri, alla fine della quale è stata varata una nuova ordinanza di Protezione Civile, valida per tutte le Regioni, che ha spiegato alcuni punti rimasti non chiari del Dpcm, in particolare la libertà del transito delle merci e dei lavoratori e uffici pubblici aperti anche nelle «zone chiuse». Una «nuova fase con regole omogenee per tutti», ha chiarito il ministro Francesco Boccia.
Ed in tarda serata è arrivata anche la direttiva ai prefetti diramata dal Viminale che prevede controlli nelle stazioni, negli aeroporti e lungo le strade della Lombardia e delle 14 province interessate dal decreto. L’interesse di tutti è che l'intera Italia reagisca insieme alla lotta contro il virus, che rischia di avere anche ricadute sociali, come annunciano le rivolte nelle carceri, come quella di Modena, che ha provocato pure la morte di un detenuto.
Impressiona anche il dato dei malati, che sono arrivati a 6.387, con un incremento di 1.326 persone rispetto a ieri. I casi totali - compresi morti e guariti - sono 7.375. Per numero di contagiati l’Italia è al quarto posto dopo Cina, Corea del Sud e Iran, sempre secondo la John Hopkins University. Finora sono guarite in tutto 622 persone, 33 più di ieri.
Aumentano intanto anche i pazienti ricoverati in terapia intensiva - il fronte più delicato -: sono ora 650, 83 in più rispetto a ieri. La Lombardia ne conta ben 399,con un incremento di 40 in un solo giorno, per una situazione dei reparti al collasso che ha portato ai primi 13 trasferimenti dalla regione in quelle limitrofe. Distanziata al secondo posto per numero di ricoveri in terapia intensiva l’Emilia Romagna con 75 pazienti, quindi il Veneto con 47 e il Piemonte con 45. In dettaglio le vittime sono 267 in Lombardia (113 in più di ieri), 56 in Emilia Romagna (+8), 18 in Veneto (+5), 7 nelle Marche (+1), 5 in Piemonte, 6 in Liguria (+2), 3 in Puglia (+1), 3 nel Lazio (+2) e uno in Friuli Venezia Giulia. Dai dati della Protezione Civile emerge che i malati delle regioni più colpite sono 3.372 in Lombardia, 1.097 in Emilia-Romagna, 623 in Veneto, 355 in Piemonte, 265 nelle Marche, 165 in Toscana.
Nella fascia d’età delle vittime di coronavirus, «non ci sono variazioni significative, si tratta sempre di pazienti piuttosto anziani - osserva Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità -, il 60% ultraottantenni, la quasi totalità sopra i 70 anni, con presenza di più patologie croniche, ma che rispetto alla loro fascia d’età hanno una mortalità più bassa rispetto ai dati disponibili, quelli cinesi».
L’importante è ora fermare il virus: «Dobbiamo provare a limitare il più possibile le occasioni di contagio. I numeri sono significativi e quindi anche se richiedono sacrifici sono misure giuste e i cittadini devono aiutarci con il loro comportamento a vincere questa sfida», ha spiegato il ministro della Salute Roberto Speranza: «Il servizio sanitario è forte, acquisteremo delle nuove strumentazioni, ma non basta se non c'è un forte contenimento» dell’epidemia.
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