C'è la paura di portare il Coronavirus nelle regioni e città d’origine, ma la voglia di riunirsi alle famiglie, per qualcuno, vince su tutto. All'aeroporto di Milano-Linate Una mamma di Catania saluta il marito, che rimane a Milano per lavoro: «Torno perché giù c'è il mio bambino, ma ora ho paura, anche se sto bene, di poterlo contagiare. Pensavo ci controllassero almeno la febbre in partenza, invece nulla».
Elisabetta, 25enne praticante in uno studio di avvocati di Milano è in partenza per la Calabria: «Io non vorrei partire - racconta prima di passare i controlli dei metal detector (quasi deserti) a Milano Linate -. Sono partita per il quieto vivere e perché mia madre ha insistito tanto, temevo che con questo caos salisse a Milano», spiega dietro una mascherina. «Ho chiesto di preparare la stanza solo per me e di avere un vassoio per mangiare, mi metterò in una sorta di auto-quarantena anche se sto bene, ma non si sa mai», spiega. "Da giù lavorerò da casa, siamo già in smartworking da qualche giorno», ha aggiunto.
Nessuna corsa ai check in all’aeroporto di Linate, a Milano. I banchi dei check-in Alitalia sono anzi quasi vuoti e gran parte delle poche persone in coda avevano già programmato le loro partenze. Una coppia di studenti di Catania ha anticipato il rientro in Sicilia: «Partiamo oggi ma sappiamo quando torniamo, ci fermiamo giù», raccontano.
Una coppia di neo-nonni, in visita alla nipotina, doveva rientrare ad Alghero martedì ma vista «la confusione di questo decreto abbiamo ricomprato i biglietti e partiamo ora, per non rischiare di rimanere bloccati», raccontano indossando la mascherina. Pochi anche i voli cancellati tra cui quelli diretti a Napoli, Roma, Perugia, Alghero ma anche Bruxelles e Francoforte.
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