«Non ci sono in Italia strutture pubbliche adeguate per la cura dell’anoressia». E’ l’amara 'denuncià dei genitori di un ventenne torinese, Lorenzo Seminatore, morto all’inizio di febbraio. Non mangiava più, l’hanno trovato nel letto di casa sua, morto nel sonno. Il caso, di cui aveva già dato notizia l'edizione torinese del quotidiano 'La Stampà è stato ripreso oggi dal 'Corriere Torino' .
Il giovane aveva sofferto di anoressia la prima volta a 14 anni, era guarito dopo un periodo di cura in una clinica specializzata in Valle d’Aosta, a 18 anni la ricaduta. In due anni il suo rifiuto del cibo è diventato sempre più totale. «Le istituzioni - ha detto il padre - devono muoversi: prima con la prevenzione nelle scuole e poi investendo nella sanità. Mancano anche i percorsi di sostegno alle famiglie».
«Abbiamo fatto di tutto per aiutarlo, ma non è stato abbastanza» hanno detto i genitori del giovane Lorenzo, che hanno scelto di raccontare la loro storia perchè «ci sono altre famiglie che stanno vivendo il nostro calvario. E sappiamo quanto ci si senta soli».
«Vogliamo scuotere la coscienza delle istituzioni, perché è inaccettabile che in un Paese come l’Italia non ci siano strutture pubbliche in grado di accogliere e curare ragazzi come nostro figlio. Negli ospedali si limitano a parcheggiarti in un reparto e a somministrare flebo per integrare il potassio. Poi ti rimandano a casa, fino al prossimo ricovero», hanno denunciato la mamma di Lorenzo, Francesca, e il papà Fabio.
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