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Inchiesta Alitalia: indagati Mustier, Mansi e Laghi

Tra gli indagati nell’inchiesta su Alitalia figurano anche l’attuale ad di Unicredit Jean Pierre Mustier, la vice presidente di Confindustria Antonella Mansi e l'ex commissario di Alitalia e liquidatore di Air Italy, Enrico Laghi. Nel procedimento - oltre ai nomi già conosciuti di Montezemolo, Ball Cramer e Hogan - risulta indagata anche la società Alitalia Sai per responsabilità amministrativa degli enti. A condurre le indagini, il Nucleo di polizia economico finanziaria del comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma.

L’inchiesta 'copre' quasi 3 anni di gestione Alitalia, dal 2014 al febbraio 2017: in particolare, Mustier e Mansi sono indagati in qualità di membri dell’allora Cda mentre Laghi in qualità di consulente nonché di amministratore di 'Midcò, la società che deteneva il 51% del capitale di Alitalia Sai.

I tre, assieme ad altri 16 indagati, sono responsabili secondo la procura della bancarotta di Alitalia poiché «con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso» avrebbero commesso tutta una serie di falsi per l’approvazione del bilancio del 2015. «In tal modo - si legge nell’avviso di chiusura indagine - fornendo indicazione di dati di segno positivo difformi dal vero e consentendo il progressivo aumento dell’esposizione debitoria, cagionavano o comunque concorrevano a cagionare il dissesto della società, anche aggravandolo».

Laghi risulta inoltre indagato anche per falso in atto pubblico: «nell’autodichiarazione resa in accettazione dell’incarico di Commissario straordinario di Alitalia Sai al Mise - scrivono i pm - dichiarava falsamente...di non aver prestato attività di collaborazione professionale nei confronti della società Alitalia Sai nei due anni antecedenti alla dichiarazione dello stato d’insolvenza, nonostante avesse, nel settembre 2015, emesso parere su incarico della citata società». Mustier, Laghi e Mansi, inoltre, sono accusati in concorso con altri di «Ostacolo all’esercizio delle funzioni di vigilanza» di Enac, esponendo «fatti materiali non rispondenti al vero sulla situazione economica patrimoniale o finanziaria della società» e «occultando con mezzi fraudolenti fatti che avrebbero dovuto comunicare». ANSA

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