La sentenza della Corte d’Appello di Torino condanna l’Inail a corrispondere una rendita vitalizia da malattia professionale a un dipendente di Telecom Italia, Roberto Romeo, affetto da neurinoma del nervo acustico. Per i giudici c'è un nesso con l’utilizzo frequente del telefono fatto dal lavoratore, anche 4 o 5 ore al giorno.
«Una sentenza storica, come lo era stata quella di Ivrea, la prima al mondo a confermare il nesso causa-effetto tra il tumore
e l’uso del cellulare - spiegano gli avvocati Stefano Bertone e Renato Ambrosio dello studio Ambrosio&Commodo di Torino, che
hanno seguito la vicenda - La nostra è una battaglia di sensibilizzazione. Manca informazione, eppure è una questione
che interessa la salute dei cittadini. Basta usare il cellulare 30 minuti al giorno per 8 anni per essere a rischio».
«Sulle scatole dei cellulari - commenta Romeo - bisognerebbe scrivere 2Se non usato correttamente, nuoce gravemente alla
salute". Ecco cosa servirebbe. La sentenza di oggi contribuisce all’informazione sul tema e la questione riguarda anche i
bambini, che sempre più utilizzano i cellulari. Lo Stato non sta informando, anzi».
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