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Caccia alla Beccaccia, in Sicilia la stagione fino al 30 gennaio: polemica degli ambientalisti

L’assessore all’Agricoltura della Regione siciliana, Edy Bandiera, ha emanato un nuovo decreto di modifica del Calendario venatorio 2019/20, «a causa delle forti pressioni del mondo venatorio più oltranzista», chiosano gli ambientalisti: la stagione di caccia alla Beccaccia è stata prolungata fino al 30 gennaio.

Precedentemente, il Calendario disponeva la chiusura della caccia a questa specie migratrice al 10 gennaio, poichè la Beccaccia rientra nelle categorie Spec (Species of European Conservation Concern), ossia specie le cui popolazioni in Europa presenta uno stato di conservazione sfavorevole ed in preoccupante declino; inoltre, in queste settimane la Beccaccia inizia la migrazione prenuziale per raggiungere i luoghi di nidificazione in nord Europa, per cui la caccia in questo periodo è vietata dalla Legge comunitaria e nazionale, poichè estremamente dannosa per la riproduzione della specie.

Per Legambiente, Lipu e Wwf «questo sconsiderato prolungamento della stagione venatoria si pone in aperto contrasto con le Direttive Comunitarie in materia ambientale e con i principi scientifici per la conservazione della fauna». Infatti Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) aveva già espresso alla Regione siciliana un parere fortemente negativo circa la caccia alla Beccaccia protratta oltre il 31 dicembre; l’istituto, inoltre, quale autorevole organo scientifico che si occupa della valutazione tecnica del prelievo venatorio su tutto il territorio nazionale, aveva chiesto all’assessore Bandiera di adottare norme più rigorose per limitare l’attività venatoria e per ridurre i periodi di caccia in inverno. (AGI)

Secondo le associazioni ambientaliste, infine, «questo prolungamento non si allinea nemmeno alle previsioni dello stesso Calendario venatorio - che dispone la chiusura della caccia al 20 gennaio per tutte le specie di uccelli (tordi, anatre, limicoli, ecc.) - e rischia di favorire o addirittura incoraggiare il bracconaggio nei confronti delle specie per cui la caccia è già chiusa».

«Si tratta di previsioni gravi ed inaccettabili in quanto autorizza a sparare per ben 4 mesi una specie in declino e contro i pareri scientifici di Ispra - concludono Legambiente, Lipu e Wwf - è inaccettabile: per questo chiediamo all’assessore Bandiera di ritirare immediatamente il decreto, così da garantire il primario interesse pubblico della tutela della fauna. Gli animali selvatici sono considerati degni di tutela costituzionale nonchè patrimonio indisponibile dello Stato. Il Calendario venatorio, di conseguenza, deve tenere conto dell’esigenza prioritaria di tutelare e conservare adeguatamente la fauna e non può ignorare le indicazioni di Ispra, con conseguenze dannose irreparabili per gli ecosistemi». (AGI)

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