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Raccolta differenziata a rilento in Sicilia: la lista dei comuni promossi e bocciati

La raccolta differenziata a Palermo nei primi sette mesi del 2019 non supera il 20% restando inchiodata al 18,7% con risultati che oscillano dal 19,6% di gennaio al 17,4% di luglio (in provincia di Palermo si è attestata nello stesso mese al 31,78% e nella media dei primi sette mesi al 30,2). Lo dicono gli ultimi dati che sono stati diffusi dal dipartimento regionale ai rifiuti.

Un dato, quello di Palermo, che dovrebbe migliorare dopo l’attivazione di nuovi centri comunali di raccolta comunali. In testa alla classifica regionale, invece, un comune della provincia: Contessa Entellina che riesce a non portare in discarica oltre il 90% dei rifiuti che produce. Ultimo è ancora un comune della provincia: Bolognetta con meno del 3%.

I dati regionali

Sfiora il 40% (al 39,34%) alla fine di luglio la percentuale di raccolta differenziata nei comuni della Sicilia, dicono i dati. Gli uffici della regione confidano che il 2019 potrà chiudersi con una percentuale del 40%. «Un ottimo risultato», fanno notare, «rispetto ai primi mesi del 2018, ovvero quando questo governo si è insediato quando la raccolta differenziata era ferma al 21%». Frutto di programmazione e di una buona interlocuzione con i sindaci ma anche di politiche chiare che puntano ai centri di raccolta pubblici, dicono ancora dagli uffici e che fanno ben sperare per il raggiungimento della soglia del 65% imposto dalle normative europee.

Ma il dato è molto variegato. E se nell’Isola su 390 comuni ci sono 132 amministrazioni che superano la soglia del 65% di raccolta differenziata in coda alla classifica ci sono ancora 38 comuni con una percentuale inferiore al 30%. E in questo gruppo figurano anche le tre città di Palermo, Messina e Catania il cui andamento influisce negativamente sull’intera media regionale.

I Comuni più virtuosi

Tra i primi cinque comuni nella classifica figurano anche due centri del Palermitano. In testa c’è Contessa Entellina, che arriva al 91,7%. Il secondo posto è occupato da Longi, comune dei Nebrodi della provincia di Messina che arriva al 90,4%. Quindi un comune dell’Agrigentino, Calamonaci, che arriva all’87,8%. Seguono Rometta (Messina) con l’87,4% e San Cipirello ancora nel Palermitano con 87,2%. E nella top ten figurano anche altri due comuni della provincia di Palermo: Giardinello 84% all’ottavo posto e Prizzi al nono con l’83,7 %.

La coda della classifica

Le note dolenti arrivano dalla parte bassa della classifica. Il capoluogo siciliano si piazza al 378esimo posto (su 390) con una quota media sui sette mesi gennaio-luglio che è del 18,7% e con risultati che oscillano dal 19,6% di gennaio al 17,4 di luglio. Riesce a fare meglio Messina che occupa la 373 esima posizione con una media del 22,3% di raccolta differenziata. Indietro Catania al 384 esimo posto con solo l’11.2% del totale dei rifiuti che non finisce in discarica. Chiudono la classifica Pagliara (provincia di Messina con il 6%), Palma di Montechiaro (Agrigento con il 5,4%) e Bolognetta fanalino di coda dei 390 comuni dell’Isola con appena il 2,6% di raccolta differenziata.

La missione dei grandi centri

Per migliorare i risultati generali bisogna puntare sulla raccolta differenziata nelle tre grandi aree urbane di Palermo, Catania e Messina. Dafne Musolino è assessore all’ambiente al comune peloritano. La proiezioni che gli uffici dell’amministrazione hanno per dicembre è quella di raggiungere una quota di differenziata del 23%. Frutto, spiega «dell’estensione del servizio di raccolta porta a porta in diverse zone a Nord della città, dopo avere completato la fascia Sud e che entro febbraio arriverà anche al centro». In rampa di partenza, inoltre la gara per un impianto di trattamento dell’umido da realizzare con fondi del Patto per il sud e fondi regionali nell’area di Mili dove è presente il depuratore. Operazione da una decina di milioni per un impianto che dovrà essere in grado di trattare da 35 a 50 tonnellate al giorno. Anche a Catania è in corso una gara settennale per estendere la differenziata in tutta la cinta urbana e allargandola rispetto alle 40 mila persone che attualmente sono servite dal servizio (il centro storico cittadino). Scadenza il 15 gennaio e, come spiega l’assessore Fabio Cantarella «toglieremo i cassonetti da tutta la città scongiurando anche il fenomeno del ‘pendolarismo’ dei rifiuti con tanti abitanti dei comuni limitrofi che lasciano la loro immondizia non indifferenziata nei nostri cassonetti».

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