Solita, intensa giornata fatta di polemiche e colpi di scena, quella della Open Arms. La speranza di sbarcare a Lampedusa s'è incrinata in mattinata, quando si è saputo che per gli ispettori sanitari saliti sulla nave, su delega della Procura di Agrigento, le condizioni igienico-sanitarie non costituiscono un’emergenza tale da sgomberare.
Anche se la situazione a bordo è terribile, con 107 persone allo stremo e psicologicamente devastate da 17 giorni vissuti sul ponte dello scafo, ammassate l’una sull'altra. Tant'è che cinque naufraghi, con addosso i giubbotti-salvagente, si sono gettati in mare cercando di raggiungere la riva, distante appena 150 metri, ma sono stati ripresi dai volontari della ong che si sono tuffati per recuperarli.
Un gesto estremo. «Non riusciamo più a contenere la disperazione. Non riusciamo più a spiegare. Le parole mancano. Siete dei vigliacchi», attacca Open Arms. Che però finisce nuovamente nel mirino del ministro dell’Interno Matteo Salvini, quando la Ong fa sapere di non potere accettare il porto sicuro offerto dal governo spagnolo. Troppe, per Open Arms, le 965 miglia che separano Lampedusa da Algeciras, il porto della regione dell’Andalusia, di fronte al Marocco, indicato dal premier Sanchez.
«Non abbiamo rifiutato l’offerta della Spagna, solo fatto presente che dopo 26 giorni di missione, 17 giorni in mare con 107 persone stremate e la situazione di emergenza a bordo non siamo in grado di affrontare altri 5 giorni di mare», afferma il fondatore della Ong, Oscar Camps. «Non possiamo mettere a rischio la sicurezza di tutte queste persone, devono essere sbarcati subito perché siamo in una situazione di emergenza umanitaria», aggiunge Laura Lanuza, direttore della comunicazione di Open Arms, che ha inviato «una richiesta urgente per poter entrare nel porto di Lampedusa».
Una scelta che fa infuriare Salvini. «Incredibile e inaccettabile, organizzano crociere turistiche e decidono loro dove sbarcare??? Io non mollo, l’Italia non è più il campo profughi d’Europa», attacca il ministro. E il suo collega dei Trasporti Toninelli mette «a disposizione la Guardia Costiera, pronta ad accompagnare l’ong verso il porto spagnolo per far sbarcare lì tutti i migranti».
Tutto ciò, mentre dalla Procura di Agrigento filtra che "l'offerta di un porto sicuro da parte delle autorità spagnole pone una battuta di arresto all’attività d’indagine in corsa". In sostanza la Procura non sembra intenzionata ad adottare alcun
provvedimento, in attesa di sviluppi della situazione e della decisione del Consiglio di Stato, prevista per domani, sul ricorso presentato da Salvini contro il Tar del Lazio che aveva dato l’ok all’ingresso della nave nelle acque territoriali.
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