E' stato interrogato dalla Procura di Catania il presidente della onlus 'Exit Italia' che gestisce il centro di studi e documentazione sull'eutanasia di Torino Emilio Coveri, indagato per istigazione al suicidio in una clinica svizzera di una 46enne gravemente depressa. E' stato sentito dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dal sostituto Angelo Brugaletta, che col procuratore Carmelo Zuccaro sono titolari dell'inchiesta. La notizia è confermata dal sito Internet di Exit Italia sottolineando che la donna ha scelto di "morire dignitosamente in Svizzera", che Coveri ha "risposto a tutte le domande" e che adesso attende "con serenità gli sviluppi di questa vicenda, fiducioso che la giustizia faccia il suo corso". Secondo l'accusa, l'associazione "tramite mail e telefonate" avrebbe "rafforzato la donna nella sua decisione di togliersi la vita". La signora, ha ricostruito Coveri, "era determinata a smettere di soffrire, si era iscritta ad Exit perché sapeva delle possibilità di morte volontaria assistita in Svizzera e ha eseguito autonomamente fino alla fine il suo viaggio". Exit, ha spiegato il presidente dell'associazione, "discute e informa senza mai determinare o rafforzare il diritto all'autodeterminazione in un rapporto diretto che avviene tra le persone e le Associazioni del Volontariato Svizzero, impropriamente chiamate "cliniche", che si occupano di morte volontaria assistita, a cui spetta ogni valutazione medica". "Come Exit-Italia - si legge sul sito della Onlus - abbiamo piena fiducia che lo svolgimento delle indagini confermeranno la liceità del comportamento di Emilio Coveri e ci dispiace che, ancora una volta, siano le querele di alcuni parenti a porre in dubbio volontà e sofferenze di persone che, forse, conoscevano meno bene di quanto ritengano".(ANSA).