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Carabiniere ucciso "aveva dimenticato l'arma"

Cerciello Rega Mario

"Cerciello aveva dimenticato l’arma, è stata probabilmente una dimenticanza, ma ciò non toglie che non aveva alcuna possibilità di reagire". Lo dicono i carabinieri in conferenza stampa sul caso del vicebrigadiere ucciso alcuni giorni fa a Roma.

"Non immaginavano di trovarsi di fronte una persona con un coltello di 18 centimetri, e non si aspettavano neanche di essere aggrediti nel momento in cui si qualificavano come carabinieri", ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri di Roma, Francesco Gargaro, aggiungendo che "si trattava di un servizio che a Roma si fa ogni giorno, o quasi".

Elder Finnegan Lee si era presentato all’appuntamento di via Cesi armato di coltello perchè aveva paura. Lo ha spiegato il procuratore aggiunto Nunzia D’Elia che ha chiarito: "Gli abbiamo chiesto se aveva visto se il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega fosse armato o no. E lui ha ammesso di non aver visto alcuna arma e neanche che il militare avesse cercato di prenderla. Lui non ha dato spiegazione del fatto che avesse portato il coltello dagli Usa, ma ha precisato che lo ha portato all’incontro perchè temeva che gli potesse succedere qualcosa".

"Non abbiamo fatto accertamenti tecnici, ma certamente i ragazzi erano abbastanza provati. Probabilmente avevano fatto uso di droga, alcol oppure di entrambi. Finn aveva preso dei farmaci e ci ha raccontato di aver bevuto shottini e birra", aggiunge il procuratore aggiunto alla Procura di Roma, esponendo i dettagli relativi all’interrogatorio dei due cittadini americani. Secondo D’Elia, la testimonianza resa dagli indiziati nelle ore successive è stata comunque "lucida, lunga e con dettagli".

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