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Carabiniere ucciso, l'insegnante di Novara: "Non ho scritto io il commento"

Continua la polemica sul commento choc dell'insegnante di Novara sulla morte del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. Eliana Frontini, che in un primo momento si era scusata per quel «uno in meno» che ha destato tanto sconcerto dentro e fuori i social, adesso nega di esserne l'autrice.

«E' stato usato il mio account e il mio pc, ma non ho scritto io quelle parole. Quando verrò sentita dall’Ufficio scolastico regionale - che ha aperto nei suoi confronti un procedimento disciplinare - dirò chi è stato». Eliana Frontini è stata infatti convocata per il 2 settembre dall’Ufficio procedimenti disciplinari dell’Ufficio scolastico regionale. E presto verrà anche convocata dall’Ordine dei giornalisti, a cui è iscritta dal 1996. Intanto la procura di Novara ha aperto un fascicolo per vilipendio delle forze armate.

«Chi mi conosce sa che non penso quelle cose», ha dichiarato all’ANSA la Frontini, docente di Storia dell’Arte all’Istituto Pascal di Romentino. «Ho subito chiesto scusa, anche se mi rendo conto che si tratta di ben poca cosa rispetto alla gravità di quelle affermazioni - aggiunge -. Ora, però, è il caso di riportare la vicenda alle sue dimensioni reali».

Non si tratterebbe di un caso di hackeraggio, ha precisato la professoressa, dietro la quale potrebbe invece nascondersi un familiare. «Si tratta di una persona che è pronta ad assumersi le proprie responsabilità», poi aggiunge la docente.

Nel giorno del funerale del vicebrigadiere dell’Arma, le parole che le sono state attribuite assumono una gravità ancora maggiore. «Fare il carabiniere non vuol dire dover essere ucciso. Nessuno si deve permettere di offendere una persona che rappresenta lo Stato», dice Annamaria Stefanini, madre di Otello Stefanini, uno dei carabinieri vittima della banda della Uno bianca.

«Lo sguardo del vicebrigadiere ucciso a Roma - insiste - era quello di un uomo buono e onesto. E’ inaccettabile che una persona che insegna nelle scuole dica certe cose. Venga a casa mia, così capirà il dolore che può segnare i genitori per la perdita di un figlio».

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