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Addiopizzo scrive a Salvini: "Commercianti del Bangladesh denunciano il pizzo"

Gli esponenti dell'organizzazione antiracket Addiopizzo hanno scritto al ministro dell'Interno Matteo Salvini per raccontare il coraggio degli imprenditori del Bangladesh vittime delle estorsioni mafiose che si sono ribellati alla mafia a Palermo.

"Partiti dieci anni fa dal Bangladesh (qualcuno di loro ha parlato di vero e proprio inferno), dopo un lungo viaggio in mare, sono sbarcati sulle coste siciliane - scrivono nella lettera - Due anni fa, alcuni di loro ci contattano perché vessati da anni da un gruppo criminale: richieste di denaro, minacce, rapine a mano armata, furti e aggressioni sono all'ordine del giorno. Le vittime prese di mira sono solo i commercianti di origine straniera della zona. La paura incombe e loro sono costretti a lavorare con le porte chiuse; non passa giorno in cui non si debbano confrontare con violenze e modalità tipicamente mafiose".

Gli immigrati vanno insieme agli esponenti di Addiopizzo a denunciare. "È uno dei pochissimi casi di denuncia spontanea e collettiva, una scelta di enorme senso civico - aggiungono gli esponenti di Addiopizzo - Si è aperto il processo, tutt'ora in corso, dove le vittime hanno testimoniato contro i loro aguzzini. Tutti i reati, oltre a essere aggravati dalle modalità mafiose sono aggravati dalla speciale circostanza della discriminazione razziale".

"Ci saremmo aspettati da un ministro dell'Interno, all'inizio del suo mandato, una dichiarazione minacciosa nei confronti dei mafiosi, non nei confronti dei migranti - conclude la lettera -. Il 16 luglio si celebrerà una nuova udienza del processo nel quale questi coraggiosi commercianti hanno testimoniato in aula.
Invitiamo tutti, palermitani, siciliani, italiani di ogni provenienza, a stringersi collettivamente intorno a questo piccolo gruppo di persone, perché ne hanno bisogno. Ci sarà anche lei, signor Ministro, alla prossima udienza?".

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