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Trattativa Stato-mafia, verso la camera di consiglio. I pm: dalle difese espressioni inopportune

Vittorio Teresi

PALERMO. Con una breve e polemica dichiarazione il procuratore aggiunto di Palermo Vittorio Teresi, il pm più anziano del pool che ha istruito il processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, ha annunciato, all'ultima udienza del dibattimento, l'intenzione della Procura di non fare repliche dopo le arringhe difensive.

Un intervento singolare che esclude ulteriori conclusioni dell'accusa, ma non stempera i toni di un 'dibattito' processuale che dall'inizio del dibattimento ha registrato momenti polemici e di scontro tra le parti.

"Dopo difficili consultazioni - ha detto Teresi presente in aula col collega Roberto Tartaglia - ha ritenuto non opportuno fare repliche. La corte può contare su un'ampia panoramica e può valutare che l'ipotesi dell'accusa è provata e non scalfita dalle argomentazioni delle difese".

Il magistrato ha bacchettato "le espressioni estreme e inopportunamente polemiche di alcuni legali che hanno travalicato la dialettica processuale che invece non dovrebbe mai trascendere. Questa dialettica non ci appartiene, la respingiamo e la rimettiamo al mittente".

Ora è la volta delle dichiarazioni spontanee dell'ex ministro Nicola Mancino, accusato di falsa testimonianza. Poi i giudici dovrebbero entrare in camera di consiglio per decidere.

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