PALERMO. Il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza bussa alle porte della Protezione civile e di due assessorati regionali, Territorio e Foreste, acquisisce carte e documenti anche attraverso Internet, chiede decreti e provvedimenti a Palazzo d’Orleans: la Procura di Palermo passa all’offensiva sul fronte dell’inchiesta che punta a capire se una parte delle responsabilità degli incendi che stanno devastando l’Isola sia da ricondurre alla mancata prevenzione, agli aerei e agli elicotteri che non ci sono, al servizio di antincendio che - metafora che è quasi un ossimoro - per ciò che si vede in questi giorni di emergenza, fa acqua da tutte le parti. Funzionari da sentire, dirigenti regionali da convocare come testimoni, il capo della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio, che potrebbe essere ascoltato dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dal pm Pierangelo Padova, delegati dal capo della Procura, Francesco Lo Voi.
Il fascicolo è a «modello 45», senza indagati né reati ipotizzati, anche se il novero delle possibili contestazioni non è sterminato e si può ricondurre a un’omissione di atti d’ufficio o al disastro ambientale, norma che andrebbe letta in parallelo con l’articolo del codice penale che mette sullo stesso piano chi commette un fatto e chi, avendo il dovere di evitarlo, non fa nulla per scongiurarlo.
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