ROMA. "Non ci hanno lasciato il tempo di dimostrare che saremmo stati buoni genitori", "i periti della corte d'Appello hanno detto che siamo a posto, che non abbiamo nessuna patologia, che non siamo due genitori indegni e che l'età non conta", "conta l'amore che le avremmo dato". Così, in un colloquio col Corriere della Sera, Luigi Deambrois e Gabriella Carsano, i "genitori-nonni" piemontesi, commentano la decisione della Corte d'Appello di Torino che ha confermato lo stato di adattabilità della loro bimba. "Anche la Cassazione ha detto che l'età non conta e che non siamo genitori indegni. Io non sono un avvocato e non so a questo punto che cosa si possa fare ma quello che so è che non tiriamo su nessuna bandiera bianca. Non ci arrenderemo neanche stavolta, ci mancherebbe altro", spiega Luigi. Intervistata da Repubblica, la giudice Melita Cavallo, ex presidente del Tribunale per i minori di Roma, sottolinea che "quando si decide per un'adozione si analizza l'adeguatezza di un genitore attraverso una attenta valutazione della sua personalità, del suo vissuto, della rete amicale e del contesto familiare in cui il minore cresce. Ed è su quella complessiva analisi, per il bene della bimba, era stato deciso di allontanarla dai genitori". "Sicuramente la bambina non doveva essere allontanata dalla famiglia in cui vive ora e in cui ripone fiducia. Esistono casi in cui genitori adottivi e naturali mantengono legami e non è detto che i giudici non ci abbiano pensato, ma potrebbero aver poi scartato questa ipotesi perché magari la personalità della coppia non era adatta a interagire con i genitori adottivi".