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Gianni come Dj Fabo: il pensionato veneto morto nella stessa clinica in Svizzera

Gianni Trez

PFAFFIKON. Mano nella mano con la moglie e la figlia. Così è morto, «serenamente», il pensionato veneziano Gianni Trez che ha scelto la strada del suicidio assistito nella stessa struttura in cui si è lasciato morire dj Fabo: la Dignitas di Pfaffikon, in Svizzera.

«Non ha sofferto, negli ultimi istanti era sereno», racconta la moglie Emanuela Di Sanzo. «Mio marito amava la vita, era una roccia, ma era davvero stanco di soffrire. Prima di morire ha provato una sensazione di liberazione, e io l'ho provata con lui».

Una vita trascorsa insieme, lui 65 anni e lei 63, «ma nell'ultimo mese ci siamo detti tante cose, anche quelle non dette mai e che davamo per scontate», racconta Emanuela mentre la figlia Marta, 29 anni, annuisce in silenzio e con gli occhi lucidi. La moglie, anzi la vedova di Gianni Trez, ha una lunga lista di ringraziamenti e comincia dai medici e dagli infermieri della Dignitas, per la loro umanità e il loro sostegno.

«Grazie anche ai volontari veneti dell'Avapo», aggiunge, «ci sono stati sempre vicini in questi mesi, anche dal punto di vista psicologico. Perchè la procedura per arrivare fin qui è molto lunga. Ma Gianni non ha mai avuto tentennamenti. E ha affrontato tutto con il sorriso sulle labbra».

Emanuela però è arrabbiata, soprattutto con il Parlamento italiano, dove giace una legge che - dice - «ci consentirebbe di evitare questi pellegrinaggi crudeli. E poi ci sono persone che non possono permettersi di compiere questo passo, anche dal punto di vista economico».

Perchè sì, tra Dignitas, ambulanza per il trasporto, albergo e documenti vanno via almeno 13 mila euro, che per un pensionato sono tanti. Troppi. Domani lei e la figlia partiranno per Venezia, in treno, così come sono venute in Svizzera, ma con il ricordo di un marito e di un padre, sottolineano entrambe, «che è stato un grande esempio, per come ha vissuto e per come è morto».

Il corpo di Gianni Trez sarà cremato domani e la Dignitas si è presa l'incarico di spedire le sue ceneri a casa. Ancora pochi giorni e Gianni, Emanuela e Marta, ritorneranno insieme sotto lo stesso tetto.

Persone:

1 Commento

GIOVANNI

01/03/2017 09:05

NON E FACILE DARE DELLE RISPOTE CONCRETE ....DIO CI LASCIA LIBERI DI FARE CIO CHE OGNUNO CREDE GIUSTO....C'E' CHI E CREDENTE E CHI NON LO E'. LA VITA E TUTTA UNA SOFFERENZA E GIOIE , SE SI ACCETTA TUTTO CIO' CHE E POSITIVO E SI RIGETTA TUTTO CIO' CHE E' NEGATIVO, FACCIAMO LA NOSTRA VITA A NOSTRA IMMAGINE E SOMIGLIANZA...SCARTANDO TUTTO CIO' CHE E NEGATIVO...MA CHE FA PARTE DELLA VITA IN QUESTO MONDO. E CHE L'UMANITA CERCA SEMPRE DI PIU DI UN QUALCOSA CHE NON RIESCE MAI A TROVARE....SE OGNUNO ANALIZZA IL PROPRIO ''IO'' SCOPRIRA' CHE E VUOTO.. E CERCA COME DETTO SOPRA QUALCOSA CHE NON TROVERA MAI......MA PERCHE ' SE SIAMO STATI CREATI IN QUESTO MONDO CI SARA UN PERCHE'...E DA CHI....QUINDI SE NON FACCIAMO SCOPRIRE AL PROPRIO ''IO'' CHE E' DENTRO DI NOI PER QUALE MOTIVO SONO NATO E PERCHE MI HA FATTO....SI RINCORRE INUTILMENTE QUELLO CHE NON TROVERO MAI....

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