PARMA. Federico Pizzarotti è indagato per la vendita della Stu Pasubio. Il sindaco di Parma, ex M5S, è sotto inchiesta insieme all'ex commissario Mario Ciclosi per la cessione della quota di maggioranza della società di trasformazione urbana che ha realizzato un vasto intervento nel quartiere San Leonardo. Lo si è appreso in tarda serata e la notizia è stata confermata dallo stesso Pizzarotti su Facebook.
«Abbiamo liberato Parma - scrive - da 40 milioni di euro di debiti, ma risulto indagato. Sono venuto a conoscenza di una nuova indagine nei miei confronti, relativa a una questione di oltre 4 anni fa, quando diventato sindaco da pochissime settimane ho dovuto affrontare il difficile e grave problema del debito di Parma, che sappiamo tutti ha rischiato di mandare la città in default. Pur non conoscendo per nulla i dettagli dell'indagine, che non mi sono stati comunicati in modo ufficiale ma che ho appreso dalla stampa, so che si tratta della vendita di Stu Pasubio. Sinceramente mi sorprendo dell'indagine».
Pizzarotti è indagato per turbata libertà di scelta del contraente; accanto al suo nome c'è quello dell'ex commissario Mario Ciclosi, alla guida del Comune per sei mesi, dal novembre 2011 fino alle elezioni del maggio 2012.
La vicenda riguarda la vendita della Stu Pasubio, la società per la riqualificazione del comparto della zona di via Pasubio, ceduta nell'ottobre 2012 alla reggiana Remilia (gruppo Unieco). Nel mirino - riferisce la Gazzetta di Parma - ci sarebbero anche i membri del cda della partecipata in carica quando ci fu la vendita.
Le indagini sono condotte dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, coordinato dalla pm Paola Dal Monte. Il fascicolo era stato aperto nel 2012 in modo autonomo, non in seguito ad esposti presentati. Pizzarotti, in un post su Facebook pubblicato nella tarda serata di ieri, si è detto "sorpreso dell'indagine, visto che la vendita di Stu Pasubio era una procedura già in atto e visto che la società in questione era una partecipata che aveva oltre 40 milioni di debiti.
Chi l'ha comprata era l'unico soggetto che aveva interesse ad acquisire la partecipazione per completare l'operazione immobiliare. Quello che abbiamo fatto noi, continuando l'operazione del commissario Ciclosi, è stato di liberare i parmigiani da un debito di più di 40 milioni lasciato in eredità".
"Sono tranquillo, sono sereno, soprattutto - ha aggiunto il sindaco, da poco ex M5S - perché non mi occupo dei bandi di gara che escono, ci sono i tecnici per questo. So che anche questa volta il risultato è stato salvaguardare gli interessi dei parmigiani. Mi sono preso un impegno verso la città, assumendomi ogni onere. Continuerò a fare quello che ho sempre fatto, nel rispetto della legge e a tutela dei miei concittadini. Mi sorprende solo che ancora una volta la notizia esca dalla Procura senza che un avviso di garanzia con dettagli utili e dati essenziali arrivi al diretto interessato".
Dopo l'archiviazione dell'inchiesta per abuso d'ufficio sulle nomine dei vertici del teatro Regio, la magistratura continua ad indagare il sindaco per l'alluvione del torrente Baganza dell'ottobre 2014, quando gran parte della zona sud di Parma venne invasa da fango ed acqua. L'accusa in questo caso è di disastro colposo.
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