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Sindaco di Parma Pizzarotti indagato, viene sospeso da M5s

ROMA.  È guerra all'interno del M5S tra il direttorio e Federico Pizzarotti: nessun colpo viene escluso al punto che mail private, messaggi riservati, sms vengono pubblicati come «atti di accusa» su facebook. I vertici pentastellati sospendono il sindaco di Parma per «mancanza di trasparenza» in merito all'avviso di garanzia della Procura di Parma per la nomina del direttore del Teatro Regio; lui accusa il direttorio di essere «irresponsabile» e Luigi Di Maio e Roberto Fico di «avere delle colpe».

A poche settimane dal voto per le amministrative, nel movimento c'è il rischio che si riaccendano faide interne e si assista ad una nuova ondata di defezioni ed espulsioni eccellenti. Per il Pd «la vicenda Pizzarotti porta definitivamente allo scoperto il bluff a Cinque Stelle. Come in una pollaio impazzito, si sbranano l'un l'altro a colpi di anatemi, espulsioni, e-mail, screenshot, gelosie e ripicche personali. È una setta inaffidabile». Lo scontro cinquestelle prende il via nel pomeriggio. Il blog di Beppe Grillo pubblica un post con il quale «sospende» Pizzarotti: l'accusa è di aver nascosto il fatto di essere indagato «già da febbraio» e di non voler fornire documenti sull'indagine. La decisione arriva a sorpresa dopo che nei giorni scorsi l'intero M5S aveva difeso il primo cittadino emiliano dalla richiesta di dimissioni da parte di Pd e Lega.

«La trasparenza è il primo dovere degli amministratori e dei portavoce M5S - si legge sul blog - Solo ieri si è avuta notizia a mezzo stampa dell'avviso di garanzia, ma il sindaco ne era al corrente da mesi. Nonostante la richiesta di avere copia dell'avviso di garanzia e dei documenti connessi alla vicenda, non è giunto alcun documento», si legge sul blog. Si tratta soltanto di «fango gettato contro di me», è il contrattacco di Pizzarotti che chiarisce da subito di non aver alcuna intenzione di dimettersi e che pubblica, rimandando la palla nel campo avversario sul proprio profilo facebook, lo scambio di mail con lo staff del blog: «Ad una mail anonima non fornisco nessun documento - si legge nella mail di risposta alla richiesta di fornire le carte del procedimento - Inoltre, voi da mesi non rispondete alle mail su cui chiediamo chiarimenti. Per altri chiarimenti fatemi chiamare dal responsabile dei Comuni Luigi di Maio». «Io continuo a rappresentare lo spirito vero del M5S. Mentre altri stanno danneggiando il movimento - aggiunge in una conferenza stampa convocata ad hoc - Parma va avanti. Io comunque non ho perso fiducia nel Movimento, l'ho persa in alcune persone».

I militanti (ma anche alcuni parlamentari) si dividono: sul blog del comico genovese appaiono commenti pro e contro la sospensione (si tratta dell'anticamera dell'espulsione in quanto il sindaco ha 10 giorni di tempo per ottenere la revoca del provvedimento). Qualcuno chiama in causa anche il sindaco di Livorno Filippo Nogarin, anch'egli indagato: «Ora per coerenza dovete cacciare anche lui». Il primo cittadino livornese, d'altro canto, dopo aver difeso il collega emiliano nei giorni scorsi, ne prende le distanze: «Pizzarotti nel nascondere per settimane l'avviso di garanzia ha commesso un grave errore».

Pizzarotti accusa il direttorio di aver avuto nei suoi confronti «un comportamento molto diverso rispetto a Nogarin». «Il confronto è stato sempre negato - insiste - Pretenderei che chi si dice pronto a governare sia disposto a metterci la faccia». Il riferimento è a Di Maio che, però, sceglie il silenzio. Nel tardo pomeriggio Pizzarotti pubblica una chat con il vicepresidente della Camera: «Mi dispiace dover arrivare a questo punto. Se prima si fosse accettato un confronto che ritengo ovvio e basilare per un gruppo politico, e non avessi ricevuto un trattamento simile, tutto questo sarebbe rimasto fra quattro mura», si giustifica su fb. «Possiamo prendere appuntamento per chiarire alcune dinamiche e per parlarne o rimarrò separato in casa?», scrive Pizzarotti in un messaggio su Whatsapp del 26 gennaio.

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