ROMA. A tre anni dal naufragio del 3 ottobre 2013 a largo delle coste di Lampedusa, in cui morirono 368 migranti, "non si arresta il ciclo di vite spezzate, anche di bambini, nel tentativo di raggiungere l'Europa via mare".
Secondo le stime di Save the Children, almeno 600 bambini avrebbero già perso la vita o risulterebbero dispersi nel Mediterraneo nei primi nove mesi del 2016, un "numero che ha già superato il totale di oltre 500 minori dello scorso anno".
"Tre anni fa, le immagini delle bare dei migranti allineate nell'hangar dell'aeroporto di Lampedusa portarono con forza all'attenzione del mondo il dramma di chi è costretto ad affrontare viaggi molto pericolosi per fuggire a guerre, persecuzioni e povertà estrema. "Mai più", promisero allora le istituzioni europee, eppure il Mediterraneo continua a mietere vittime, con più di 10.400 uomini, donne e bambini morti o dispersi dal 2014 ad oggi", afferma Valerio Neri, direttore generale di Save the Children.
Con l'obiettivo di salvare quante più vite umane possibili, la ong ha avviato un'operazione nel Mediterraneo, attiva dal 7 settembre. Ad oggi la nave Vos Hestia di Save the Children ha già tratto in salvo circa 600 migranti, in quattro diverse operazioni, tra cui 85 minori, alcuni dei quali molto piccoli. Tra di essi, sono 75 coloro che hanno intrapreso il viaggio da soli, senza alcun familiare o adulto di riferimento.
"I minori, in particolare se non accompagnati, rappresentano gli individui più vulnerabili tra coloro che intraprendono la pericolosissima traversata del Mar Mediterraneo. Riteniamo che le istituzioni europee non possano più ritardare l'attuazione di una agenda europea sulla migrazione che abbia al centro i diritti dei bambini, permettendo quindi che i migranti possano raggiungere il continente attraverso vie sicure e legali, come riunificazioni familiari, corridoi umanitari, ricollocamenti e reinsediamenti", conclude Neri, auspicando che "venga approvata quanto prima la proposta di legge su protezione e accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, promossa da Save the Children, che è nuovamente all'esame della Commissione Affari Costituzionali dopo essere stata ferma per quasi tre anni".
L'Ong partecipa agli eventi organizzati dal Comitato 3 Ottobre in collaborazione con il Miur e con il patrocinio del Comune di Lampedusa. L'1 e 2 ottobre, quattro giovani di Save the Children condurranno un laboratorio sul tema dell'etica della comunicazione rivolto agli oltre 200 studenti provenienti da Italia e Europa, accompagnati dai loro docenti, che si ritroveranno a Lampedusa assieme ai superstiti e ai familiari delle vittime del naufragio di tre anni fa.
Sempre per ricordare la strage del 3 ottobre, l'Arci ha organizzato per lunedì un flash mob davanti al Pantheon, "per ricordare le migliaia di migranti morti, chiedere l'apertura di corridoi umanitari, una vera politica d'accoglienza. Basta muri! Basta morti di frontiera!".
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