Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Caso Meredith, Rudy Guede si laurea in carcere con 110 e lode

VITERBO. Rudy il «barone», soprannome legato alla sua passione per il basket, è da oggi il dottor Guede. Si è infatti laureato con 110 e lode, il massimo, in 'Scienze storiche del territorio e della cooperazione internazionale' presso l'Università di Roma Tre.

La tesi - con la quale ha spaziato da Sant'Agostino al tentativo di golpe in Turchia - l'ha discussa nel carcere Mammagialla di Viterbo dove sta scontando 16 anni per l'omicidio di Meredith Kercher. «Una persona che pensa» ha detto di Guede il professor Manfredi Merluzzi, relatore e presidente della commissione. «Ha fatto - ha aggiunto - un percorso di grande maturazione. È cresciuto molto e ha notevoli capacità intellettuali».

«C'è grande soddisfazione» ha sottolineato visibilmente emozionata la signora Ivana, maestra che aveva insegnato all'ivoriano alle elementari. Oggi è arrivata da Perugia per assistere alla laurea, insieme al marito e a due amici del giovane, Gabriele e Giacomo. Quest'ultimo, lasciando il carcere, ha parlato di «un bel momento».

«Siamo contenti del percorso che ha fatto» ha aggiunto. Per una quarantina di minuti Guede ha discusso una tesi su «Storia e mass media. I mezzi e i luoghi della divulgazione storica». Lo ha fatto davanti al personale del carcere, ai volontari di Gavac, Arci e del Centro per gli Studi Criminologici di Viterbo. Con loro Claudio Mariani (criminologo coordinatore del gruppo per la riabilitazione e a sostegno dell'innocenza di Guede) e la tutor Cristiana Cardinali. Arrivato al Mammagialla nel 2008, Guede si è diplomato all'istituto di scienze pedagogiche e sociali (da libero aveva frequentato prima l'istituto alberghiero e poi ragioneria ma senza mai arrivare al diploma).

«Oggi è una giornata importantissima per la mia vita» ha spiegato tramite il suo portavoce Daniele Camilli che ne gestisce anche il profilo Fb. «Studiare e scrivere la tesi - ha aggiunto - è stato come andare a ritroso nel tempo, come fa l'astronomo con le stelle, e scoprire l'uomo come motore della storia, la sua 'infanzià nel tempo e nello spazio. Una 'infanzia' che, come scriverebbe Sant'Agostino - ha aggiunto Guede che ha aperto l'esposizione della tesi con questa citazione - 'è in un tempo passato che non è più, ma quando la rievoco e ne parlo, vedo la sua immagine nel tempo presente, poiché sussiste ancora nella mia anima'».

L'ivoriano - che indossava jeans e camicia bianca sotto a una giacca blu prestatagli all'ultimo momento da Mariani - è reduce dal primo permesso premio grazie al quale ha potuto lasciare per 36 ore il carcere ma i suoi nuovi legali stanno ultimando l'istanza per chiedere la revisione del processo («lavoriamo sul dubbio perché ne abbiamo troppi» ha sostenuto Marini). Ha infatti sempre negato di avere partecipato all'omicidio Kercher (compiuto a Perugia il primo novembre del 2007). «In quella casa - ha sempre sostenuto - c'ero ma non ho ucciso Meredith. Anche se ho il rammarico di non averla soccorsa quando la trovai ferita». «È un ragazzo - ha detto Mariani riferendosi al futuro di Guede - al quale non è preclusa alcuna strada. Non mi meraviglierei nel vederlo insegnare in un liceo o cimentarsi in un dottorato come gli è stato già offerto da uno dei docenti».

Il dottor Guede, in attesa del prossimo permesso, pensa comunque già a proseguire gli studi per la laurea magistrale in Società e ambiente sempre all'Università di Roma Tre. Intanto continua a tirare un pallone verso i canestri del campo interno al Mammagialla con l'abilità di Rudy il «barone».

Caricamento commenti

Commenta la notizia