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Nigeriano ucciso, ultrà fermato. Alfano: aggravante razziale

FERMO. Amedeo Mancini, l'ultrà accusato dell'omicidio del migrante a Fermo, è stato fermato per «omicidio preterintenzionale con l'aggravante della finalità razziale». A comunicarlo è stato il ministro dell'Interno Angelino Alfano al termine del comitato per l'ordine e la sicurezza, che si è svolto in prefettura a Fermo, dopo l'uccisione del migrante nigeriano, Emmanuel Chidi Namdi, 36 anni, morto ieri dopo essere stato aggredito dall'ultrà perché tentava di difendere la moglie da insulti razzisti.

Il ministro ha ringraziato il procuratore della Repubblica di Fermo, Domenico Feccia, e gli investigatori, «perché l'aggravante dà la misura di quanto le indagini siano andate nella direzione giusta individuando il movente razzista».

«La commissione competente ha concesso alla compagna del migrante ucciso a Fermo lo status di rifugiata», ha aggiunto il minsitro. Alfano ha ricordato che la donna aveva sostenuto l'esame per il riconoscimento dello status lo scorso maggio.

«Le Marche, l'Italia, e Fermo non sono rappresentate da Amedeo Mancini», l'ultrà fermato per , «Fermo oggi rappresenta l'Italia con il dolore e le lacrime del suo sindaco, Paolo Calcinaro, per questa storia. Fermo e l'Italia continueranno ad essere campioni di accoglienza». Il Governo «ha voluto dare un segnale forte e chiaro per scongiurare ogni ipotesi di contagio».

«Seminando odio - ha aggiunto - si può raccogliere sangue. Il germe del razzismo va stroncato, affinchè non generi frutti avvelenati». Si è parlato anche dei quattro ordigni esplosivi artigianali piazzati davanti ad altrettante chiese di Fermo durante la riunione del Comitato. Sull'argomento però il ministro ha detto di non poter rispondere alle domande dei giornalisti sui possibili collegamenti con la morte del migrante nigeriano. Anche il procuratore capo di Fermo Domenico Seccia ha fatto segno di 'no' con la testa. «La Procura è al lavoro - ha spiegato Alfano - e sta seguendo due piste di cui non vi posso riferire: una prevalente, l'altra marginale con scenari e motivazioni molto diverse».

«Che ci sia un clima ostile non lo posso dire; probabilmente si tratta di qualche piccolo gruppo isolato, magari di ispirazione neofascista o non saprei, che compie questi gesti. Potrebbe anche essere che chi mette le bombe magari poi crea questo clima di ostilità», ha affermato a Radio Vaticana il vicario generale della diocesi di Fermo, don Pietro Orazi. «Certo - prosegue il sacerdote - anche dalle nostre parti c'è la propaganda nazionale, quella di chi vede un'invasione degli extracomunicatori, che ci rubano il lavoro, e di chi dice che per loro si spendono soldi mentre per gli italiani non c'è la possibilità di arrivare a fine mese».

«Oppure l'accusa alla Caritas, assolutamente falsa, che noi ci occupiamo più degli stranieri che degli italiani. Noi invece non abbiamo poveri di serie A e poveri di serie B - sottolinea Orazi -. Non possiamo lasciarci intimorire e quindi, assolutamente, le bombe non hanno cambiato nulla e tantomeno lo farà questo episodio. Anzi, ieri sera, nella veglia di preghiera, abbiamo avuto proprio il conforto di una presenza massiccia di persone e non solo di associazioni ecclesiali».

Intanto, il legale dell'ultrà fermato per omicidio ha fatto sapere che «Amedeo Mancini è distrutto dal dolore. Non voleva uccidere, ed esprime la sua vicinanza a chi piange Emmanuel», dice l'avvocato Francesco De Minicis. «Il mio assistito - continua - non si aspettava che il pugno sferrato al migrante avesse questo effetto, e colloca l'episodio in un contesto difensivo».

Secondo le previsioni De Minicis, l'autopsia sulla vittima «avrà un ruolo non secondario» a sostegno di questa tesi. Mancini, imprenditore agricolo con la passione per il pugilato, ultrà della Fermana diffidato per le sue intemperanze negli stadi, vive insieme ad alcuni familiari a Fermo. Sottoposto a fermo provvisorio con l'accusa di omicidio preterintenzionale sarà condotto in carcere, non si sa ancora se a Fermo o ad Ascoli Piceno.

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